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Invalsi e il termometro di Ichino

Creato il 14 maggio 2015 da Brizigrafo @brizigrafo
Invalsi e il termometro di Ichino E dagli con la storia del termometro! È dal 2011 - e poi ancora nel 2013 e ieri sul Corriere - che Andrea Ichino (fratello minore del giuslavorista Pietro) la mena con la storia, suggestiva, ma irreale, delle prove Invalsi utili come il termometro per misurare la febbre.
Ad essere scurrili si potrebbe suggerirgli di mettersele là, le prove invalsi, dove si mette il termometro per misurarsi la febbre.
In realtà sono i giornali che continuano a interpellare le stesse persone ad ogni occasione ricevendo inevitabilmente le stesse risposte.
Andrea Ichino è un economista che insegna all'università di Bologna e non sembra possedere grandi competenze pedagogiche. Quando si parla di educazione e scuola meglio sarebbe rivolgersi ai pedagogisti che, pur non avendo verità infuse - al contrario degli economisti - qualche competenza in più nel settore l'hanno.
Inutile dunque controbattere la risibile tesi del termometro. Un insegnante preparato conosce i pro e contro dell'uso dei test e le difficoltà tecniche e statistiche legate prima alla preparazione degli stessi, poi ai protocolli di somministrazione e modalità di valutazione dei risultati ottenuti.
Non è propriamente come infilarsi un termometro... sotto l'ascella.
Inutile nascondersi che l'Invalsi non brilla per trasparenza e rigore scientifico, ma non è questo il punto. È perversa l'idea di finalizzare tutto l'apprendimento scolastico al risultato delle prove di valutazione.
È risaputo che per ottenere buoni risultati in una batteria di quiz occorre allenarsi a rispondere alla tipologia di domande che verranno poste. E infatti fin dai primi anni delle scuola primaria sono fioriti libretti e quadernetti d'ogni tipo per addestrarsi in vista delle prove Invalsi.
Che addestramento ed educazione siano cose diverse ognuno lo sa (altrimenti basta aprire il vocabolario on-line Treccani o Wikipedia o qualsiasi altro dizionario o enciclopedia).
Allora la domanda da porsi è: vogliamo una scuola che addestri a superare test o che educhi?


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