Quali sono le migliori occasioni per investire in BTp nel 2013, viste le migliorate condizioni economico-finanziarie del nostro Paese
Sembra che il peggio sia passato. Infatti era impensabile che la Borsa italiana potesse chiudere il 2012 con un +8%, che investire in BTp decennali potesse rendere il 20% in un anno e che l’Euro ed Eurolandia non potessero correre più il rischio di essere spazzati via.
Il “miracolo”, se così possiamo definirlo, ebbe inizio il 26 luglio scorso, quando il Presidente della BCE (Banca Centrale Europea), Mario Draghi, in occasione di un incontro a Londra con potenti della finanza, affermò nel suo discorso che la BCE era pronta a fare qualsiasi cosa per salvare l’Euro. Da quel giorno l’indice Ftse Mib iniziò a recuperare, mettendo a segno un 23% e portando così a chiudere l’anno con un risultato
positivo dopo gli scivoloni del 2011 (-25%) e del 2010 (-13%).
La conferma al messaggio del 26 luglio Draghi la diede poi il 6 settembre quando annunciò che la BCE aveva approvato lo scudo antispread, permettendo così il successivo salvataggio della Grecia.
Chi ha avuto il coraggio di investire in BTp decennali un anno fa, in piena crisi, ha dunque guadagnato il 20%. Se gli stessi titoli verranno conservati nel tempo, può contare su un rendimento annuo del 7%, un ottimo guadagno se si considera che i tassi sono ai minimi, e che probabilmente lo saranno ancora per parecchio tempo.
Lo spread Bund/BTp decennali è sceso e rimane intorno ai 320 punti base. Nell”ultima asta del 28 scorso sono stati collocati BTp a dieci anni ad un tasso del 4,48% e BTp a cinque anni al 3,26%. Tutto sommato sono dei buoni rendimenti.
Le riforme fatte dall’ormai defunto Governo tecnico, soprattutto quello delle pensioni e del lavoro, collocano l’Italia in una posizione privilegiata. Sono cresciute le esportazioni ed il made in Italy è sempre più apprezzato. La strada della normalizzazione è stata intrapresa e chi investe in Europa è più tranquillo. Tutto ciò si traduce in più fiducia verso l’Italia, nonostante lo spread di 320 punti sembri ancora un pò alto.
Per questo gli operatori preferiscono investire in BTp a lunga scadenza per posizionare i loro portafogli, mentre le scadenze brevi non sono più appetibili avendo un ritorno di rendimento più basso. Buoni rendimenti si trovano tra i BTp con scadenze tra i 6 e i 12 anni, sempre tenendo conto che i prezzi sono molto sensibili alle oscillazioni dello spread. Comunque, a detta di molti, la volatilità dei prezzi sono occasioni di acquisto per chi vuole investire in BTp.
Un altro fattore importante da tenere conto è il fatto che nel 2013 il fabbisogno di raccolta del Tesoro è in calo rispetto al 2012. Le emissioni saranno di 410 miliardi di euro contro i 470 dell’anno che sta per finire. Per cui la minore offerta sul mercato e la prospettiva di buoni rendimenti favoriranno senz’altro il successo dei BTp.