Vi raccontiamo di un prodotto, frutto del coraggio imprenditoriale tutto femminile di Marzia e Erica, che dall’Alta Val Chisone è venuto fino a Milano per farsi mangiare dalla vostra Petunia. Di cosa sto parlando? Ma dei gofri naturalmente!
Gofri e crema al gorgonzola
Mi sembra di sentirvi mormorare qualcosa a proposito di gaufre, di waffle, “Massì! Io li ho mangiati in Belgio!” “Io in Germania!” “Ma tu ti ricordi male! Guarda che eravamo in Francia!”
Ebbene i “nostri” gofri, cugini di quelli diffusi in mezza Europa, sono un prodotto tipico della Alta Val Chisone in Piemonte, in cui saranno sicuramente arrivati al seguito di qualche migrante di passaggio. Siete curiosi di saperne qualcosa di più?
Fino a pochissimo tempo fa io dei gofri non sapevo assolutamente nulla. Una sera Carlo Vischi mi ha presentato una ragazza dal viso gentile dicendomi “Lei è Marzia di Io mangio gofri!”. Mollandoci lì, una davanti all’altra Carlo ha fatto si che lei mi raccontasse di un impasto di acqua, farina, latte, uova, sale e lievito di birra, che una volta lievitato, cotto in piastre di ghisa sagomante, unte prima con lardo non salato; imbottibile con farcitura dolce o salata. I fantomatici gofri.
Dopo questo primo incontro la curiosità è salita e il desiderio di assaggiarli pure. Ho fatto qualche ricerca in rete per scoprire qualcosa di più in attesa dell’assaggio finale.
Ma torniamo alla storia che sta dietro a Io mangio gofri. Le teste pensanti e le mani che muovono le piastre di ghisa sono di Marzia Jourdan ed Erica Lazzarini, due tenaci ragazze di Roure (To) che hanno recuperato la ricetta dei gofri dalla loro nonna Nina: un prodotto tradizionale di sopravvivenza, preparato sul fuoco domestico quando la troppa neve rendeva inaccessibile il forno esterno per cuocere il pane.
Hanno perseguito il loro obiettivo imprenditoriale usufruendo di fondi per il finanziamento delle imprese artigiane fondando la loro società nel 2005, hanno attrezzato un furgone – la gofri mobile- con cui girano in tutta Italia portando il loro prodotto per fiere e sagre, hanno aperto una gofreria a Pinerolo (To). E hanno promosso la loro attività sui social network, perché realizzare un prodotto tradizionale non significa non guardare al 2.0. Anzi, le nuove tecnologie sono una grande opportunità per espande le proprie radici, facendole attecchire nei cuori (e negli stomaci) di tante persone come me.
Se siete curiosi di vedere la ricetta dei gofri, basta cliccare qui per vedere Erica all’opera (quanto è meravigliosa la tecnologia!).
E finalmente, grazie a Carlo Vischi, all’evento Piemonte Royal Taste presso il The Hub Hotel, ho addentato l’oscuro oggetto del desiderio: il tanto agognato gofri! Croccante fuori e morbido dentro, leggermente salato, con una bella fettina di lardo sciolto al punto giusto. In quel momento ho raggiunto il punto di non ritorno. L’amica che avevo accanto mi ha mormorato”Guarda che hai tracce di lardo su mezza faccia” e io con lo sguardo ebete e la bocca piena ho esclamato “Ma il gofri è buoniFFimo!”. Poi un secondo ricoperto di salsa al gorgonzola. E un terzo spalmato di crema al gianduia. E parecchi altri, sempre ripetendo come un mantra “Devo andare a Pinerolo a farne scorta!”. Ovviamente sto già organizzando la gita.