Quante volte ci avete provato in gioventù?
Magari, seguendo i consigli dell’amica dell’amica, che l’aveva già fatto, riportando grandi successi di cronaca…
Io una ventina. Sempre però con scarsissimo risultato. Del resto, dalle mie storie, l’avrete capito, non sono una tipa molto brava con le cose pratiche, che richiedono manualità…
All’epoca, parlo di una decina di anni fa (sigh, sigh), le leggende metropolitane su come realizzare a casa una t-shirt o canotta in tie&dye (cosa avevate capito?!?) erano infinite. Tutte, riportavano le loro esperienze casalinghe andate male e insieme si cercava la strada migliore per crearsi una tee (noi, in realtà, le chiamavamo magliette) che sapesse di fiori e surf in California, pace e libertà. Soprattutto dalle regole, la scuola, i genitori.
Oggi, complice la solita moda che ripesca e rivitalizza ogni cosa, anche il tie&dye è rinato dalle sue ceneri, per cui quello che fino a qualche anno fa sapeva di eversivo e diverso, è divenuto alla paige o en vogue, per quella schiera di ben pensanti e ben vestiti, che seppur non sprecherebbero mai tempo ed energia a realizzarselo a casa, il vestito tie&dye lo comprano e l’indossano che una certa soddisfazione. Modaiola, ovviamente.
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