Così Parlò Bellavista è un film fantastico, pieno di scenette divertenti che ogni napoletano riconosce e sa essere assolutamente vere.
Ad un certo punto il dottor Bellavista, la moglie, la figlia Aspasia, incinta, e il suo fidanzato, sono a cena. Lui gli dice che di cognome fa Goffredo o Loffredo. Bellavista, allora, inizia a ricordare le origini genealogiche di questo cognome fino ad arrivare alle vicende di una certa Marozia.
La moglie, donna pratica, lo interrompe nel suo volo pindarico dicendogli di smetterla con le vicende di qusta Mamozzia che in questo momento hanno altre cose più importanti cui pensare.
Ecco, la scena è stata simile. Tempo fa mio padre in macchina aveva detto: - C'è un film su Bzzzz Bzzzz Bzzzz (interferenza nel mio cervello) deve essere bello, ce lo vogliamo vedere? -
Qualche giorno fa gli dico - Ebbè, lo fa sto film su sta Mamozzia? - Lui non capisce (ovviamente
) e quando gli spiego la mia associazione capisce che sto parlando di Ipazia e il film in questione si chiama Agora. Non sono sicura che non ci vada l'accento, sti greci erano gente curiosaConfesso l'ignoranza di non avere la minima idea di chi fosse questa Mamozzia finchè non sono andata a vedere il film (naturalmente prima non mi ero fatta raccontare niente, sennò sapevo già il finale!
). Il film in realtà è del 2009, è una produzione spagnola (la cattolica spagna ) e Italia le leggende metropolitane narrano di un ostracismo del vaticano (smentito dallo stesso regista, in verità), in ogni caso è stato distribuito solo quest'anno.Considerando che poi Ipazia non è neanche morta nel modo in cui fanno vedere nel film, mi vien da sperare che nella versione romanzata che il regista ha voluto dare della sua vita, abbia voluto vedere una metafora di quanto la chiesa possa essere brutale quando c'è bisogno. Finchè non entrano in scena i cristiani e i parabolani, la sottoscritta ha provato profonda invidia per l'accademia di alessandra e l'enorme biblioteca e l'atmosfera di sapienza che si poteva toccare in un luogo in cui era custodita la più grande biblioteca di quei tempi (si, vabbene, c'era la schiavitù. E noi abbiamo gli psicologi volontari!). In un tempo dove una donna insegnava ai maschi, in cui gli dei pagani non si occupavano di rompere il cazzo alla gente, occupati com'erano nelle loro cose (uno come Zeus, per esempio, ne aveva fin troppe da fare per occuparsi di questioni come i sondini nasogastrici A FORZ'
).Tutto questo clima di splendore termina quando il cristianesimo si abbatte come una furia sulla città. Mi sono sentita estremamente nerd quando ho avuto la sensazione di stare per piangere nella scena in cui Ipazia e i suoi discepoli tentano di salvare quanti più libri dopo che ai cristiani è stato detto che possono entrare oltre le mura della città e fare quello che vogliono della biblioteca.
Ipazia urla - Lasciate stare le opere minori -
E uno sciocco seguace le risponde - Ma quali sono le opere minori? -
Già, chi lo sa quali sono, noi di sicuro non lo sapremo mai (in verità, tante cose sono arrivate a noi perchè monaci su monaci si sono messi coi pennini a copiare le opere, chi dice di no...ma io mi incazzo lo stesso, ecco
). E mi sono venuti gli occhi lucidi, e contemporaneamente pensavo a quanto nerd sono per sentire una cosa del genere.Nel film, poi, si può vedere bene come il cristianesimo soprattutto si sia sempre interessato tantissimo del potere temporale, anche prima di avere uno stato vaticano tutto suo
e la stessa licenza poetica della morte di Ipazia, soffocata da uno schiavo innamorato di lei, ma diventato parabolano per guadagnarsi la libertà da schiavo mi è sembrata significativa. E' il soffocare della ragione e dello spirito libero e critico da parte di chi, per una libertà che non è davvero tale, ma solo adattamento senza spirito, ha scelto di fare il papaboy.Perchè semmai doveste trovarvi a spendere questi 6 euro per vedere questo bel film, osservateli bene questi parabolani. E ditemi poi se non vi ricordano i papaboy...