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Almeno una volta nella vita ci saremo chieste come fosse la casa di una delle donne che ha fatto la storia dell’haute couture, di lei ci rimane la doppia C e la scia del meraviglioso profumo N5. Naturalmente si tratta di Gabrielle Coco Chanel, a Parigi abitava nell’appartamento 31 di Rue Cambon.
Dal 1971, l’anno in cui è morta, la casa è rimasta intatta, Karl Lagerfeld è riuscito a tenere alto il nome Chanel ed oggi la casa può essere visitata come un museo (ma solo per pochi privilegiati, come ad esempio Rihanna, dove ha documentato l’esperienza con diverse foto su instagram). È proprio in queste stanze, su questi divani che Coco traeva ispirazione per i suoi capi e dove sognava di rivoluzionare il costume della donna. Con lei non solo nasceva il tailleur da donna in tweed ma soprattutto la moda democratica. Un cult sia nel campo della sartoria che nel design d’interni, tant’è che oggi un noto designer britannico Christopher Guy ha disegnato 250 pezzi ispirandosi alla casa di Coco; da far venire l’acquolina in bocca alle fan di Chanel. La linea non poteva che chiamarsi “Mademoiselle”, e racchiude una collezione di mobili, e complementi decò, dove si nota anche l’estro inglese, con un tocco contemporaneo che dona importanza e risalta l’ultraclassico e il lusso mai ostentato dei mobili che adorava Chanel.
Le forme di quasi un secolo fa ritornano nelle creazioni di Guy, riportate al presente, con un tocco personale rilevante, esaltandone il design. Tra i 250 pezzi spuntano consolle, poltroncine, sedie, lampade e innumerevoli paraventi tanto amati da Coco, ne aveva molti sparsi per casa. Anche i divani dove Coco viene spesso fotografata vengono ridisegnati da Christopher Guy aggiungendo un design superattuale, rendendoli avvolgenti e sinuosi; non sfigurerebbero assieme a complementi d’arredo contemporanei, d’altra parte come potrebbero? Sono ispirati a Coco… Il coffee table Martini viene ridisegnato molto simile all’originale ma rifinendolo in argento. Nel complesso la linea “Mademoiselle” ha un’aria molto cinematografica con uno stile orientaleggiante e un’immancabile eleganza parigina tipica di quell’epoca.