la notizia di due giorni fa riguardo l’intenzione di costruire un terzo grande aeroporto a Istanbul non mi stupisce; sembra infatti che questo governo abbia scelto il modo più facile e sicuro di impiegare gli investimenti: asfaltare interamente le rive del Bosforo. l’orgoglio con il quale la Turchia dichiara una crescità del 8,5% sembra lo stesso che esprimevo io quando dopo qualche mese di studio avevo imparato i primi assoli alla chitarra; la vera salita, però, cominciava solo in quel momento ed era importante percorrerla nel modo giusto.
come è possibile che già cinque anni fa il 18% dell’intera penisola turca risiedesse in una sola enorme città? com’è possibile che dagli 800.000 abitanti del 1950 il numero di residenti al 2007 sia passato a 12.500.000? la risposta sembra così facile a dirsi che è impensabile sia ancora sottovalutata dal parlamento: escluse alcune città sparse sulla costa egea e su quella settentrionale del mar Nero, le regioni lontane dalla zona di Marmara sono ancora così poco valorizzate da aver creato un abissale differenza fra Istanbul e tutto il resto. Ho conosciuto decine di persone emigrate da altre aree della Turchia per trovare un lavoro nella capitale economica, per tutte lo spostamento era stato quasi d’obbligo. Il tasso di disoccupazione è ancora sopra all’8% poichè, seppure Istanbul si estende per trenta volte Milano, non può sostenere da sola il peso di uno stato con 70 milioni di persone; serve una politica di decentramento e di sviluppo dell’intera parte asiatica! Anche la scommessa del nuovo ponte – il terzo – che deve unire la provincia di Tekirdağ a quella di Izmit sembra essere una di quelle idee da politici antidiluviani; esso contribuirà non solo alla creazione di nuovo traffico urbano, ma causerà la cementificazione – dimostrato da studi urbanistici – dell’ultimo terzo della zona rimasta verde e darà il colpo di grazia ad una area che un tempo era splendore e gioia per gli ottomani. cosa ne faranno di una città che ha abitazioni per 100 kilometri quando finalmente l’intera nazione sarà ammodernata e questo biblico numero di persone tornerà alle proprie case?
è evidente che ancora una volta la scarsa lungimiranza di una classe politica sta compromettendo le potenzialità di un intero paese. la denuncia di queste criticità è oramai storia, è possibile che la fame di speculazione abbia già spazzato l’amore per il proprio paese? i precedenti ci sono in tutto il mondo.