L’adolescente Craig è depresso ai limiti del suicidio. Angosciato dall’imminente iscrizione a una scuola estiva, per via delle pressioni del padre, vede il futuro già scritto dalla sua famiglia. In più, è innamorato in segreto della ragazza del suo migliore amico. Si presenta così all’ospedale ed espone i pensieri che lo spingerebbero a togliersi la vita, insistendo per essere ricoverato. Ma quando lo internano nel reparto psichiatrico, non vede l’ora di tornare a casa. Dovrà rimanere lì per cinque giorni.
Circolato in Italia anche con il titolo 5 giorni fuori, risulta una commedia simpatica e non molto di più. Si tende al dramma con storie personali di infelicità, connesse a patologie psichiatriche: depressioni croniche, schizofrenie, disturbi borderline di personalità. Il tutto viene smorzato dai comportamenti bizzarri dei personaggi e da alcune situazioni romantiche che prendono il sopravvento. Zach Galifianakis fa quello che gli riesce meglio: lo svitato (forse dovrebbero cominciare a proporgli parti diverse). Keir Gilchrist (Dead silence, The rocker – Il batterista nudo) e Emma Roberts (vista recentemente anche in Scream 4) sono i giovani interpreti, nuove leve di Hollywood. Il siparietto musicale in cui i pazienti reinterpretano Under pressure dei Queen e David Bowie è probabilmente il momento migliore. Bell’idea quella delle mappe disegnate dal protagonista. Il film è tratto dall’omonima opera letteraria di Ned Vizzini (2006), autore di un certo seguito fra i teenager americani.