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Kidd e Hill, l’addio di due veri campioni

Creato il 04 giugno 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

40 anni di età, 19 stagioni nella NBA, un premio di Rookie Of the Year in coabitazione: questo accomuna Jason Kidd e Grant Hill, oltre al fatto di essersi ritirati ad un giorno di distanza uno dall’altro. Entrati insieme nella NBA nel 1995 i due giocatori hanno vissuto carriere differenti ma accomunati sempre, oltre che dal talento, anche da un grande fair play e da una vicinanza alla comunità. La differenza sostanziale tra i due? Che Kidd è riuscito a vincere il premio più ambito per un giocatore, il Larry O’Brien, con i Dallas Mavericks, mentre Hill ci ha provato, prima con Pistons, poi con i Magic, poi ancora con i Suns e infine con i Clippers, senza però riuscirci.

Il 40enne playmaker ha deciso di appendere le scarpe al chiodo al termine della stagione con i New York Knicks anche se aveva ancora due anni di contratto da 3 milioni di dollari annui. Kidd, scelto con la #2 assoluta al Draft, in poco meno di 1400 partite in carriera, chiude con 12.6 punti, 8.7 assist, 6.3 rimbalzi e 1.9 recuperi di media in carriera, ma soprattutto chiude come secondo miglior assistman e secondo miglior recuperatore di palloni della storia della NBA alle spalle dell’inarrivabile John Stockton. Una carriera che oltre al titolo con i Mavs gli ha regalato anche due finali con i New Jersey Nets, trascinati sostanzialmente solo da lui, perse contro Lakers e Spurs e tanta leadership in qualsiasi squadra abbia giocato.

Il commento di Jason Kidd al ritiro:

Penso sia il momento giusto. Ora voglio godermi i miei figli e poi penserò al futuro, allenare o lavorare come commentatore in tv. La carriera? Due le cose cui sono più legato: la vittoria del titolo con i Mavericks e vincere due medaglie d’oro con Team Usa. E probabilmente anche il titolo di Rookie of the Year condiviso con Grant Hill.”

La sorte non è stata così fortunata invece con Grant Hill, che nei suoi anni di carriera ha dovuto far fronte ad una serie di terribili infortuni che per un lungo periodo sembravano doverlo portare ad un ritiro anticipato. Entrato nella Lega (#3 scelta assoluta) come uno dei possibili successori di Michael Jordan, le sue prime stagioni ai Pistons sono ottime, ma il passaggio ai Magic viene compromesso da un grave problema alla caviglia che lo porterà ad una serie di operazioni che di fatto gli faranno saltare gli anni migliori di carriera.
La rinascita arriva a Phoenix dove le caviglie finalmente gli danno tregua e lui gioca come un veterano, ma pieno di talento. L’ultimo tentativo per il titolo con i Clippers non è andato bene, e gli ennesimi problemi fisici lo hanno nuovamente condizionato e portato a prendere la decisione di appendere le scarpe al chiodo, chiudendo con 16.7 punti, 6 rimbalzi, 4.1 assist e 1.2 recuperi di media.

Questo il suo commento sulla sua carriera da giocatore:

Sono felice di dire che sono arrivato alla fine. Sono ufficialmente in pensione. Ho avuto una lunga carriera e sono felice. Arrivi ad un momento della carriera dove non hai più voglia di giocare, ma io mi sono sempre divertito, finora.”


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