Magazine Cultura
Limitato a sole 500 copie, questo lavoro che vede coinvolte due delle migliori formazioni del panorama doom/sludge svedese è una leccornia per gli amanti del genere. I primi a far la loro comparsa sono gli ottimi Kongh, reduci lo scorso anno dall'altrettanto pregevole primo disco su lunga distanza intitolato "Counting Heartbeats". I ritmi rispetto al recente album sono dannatamente decelerati e la vena death metal lì apparsa è qui totalmente messa da parte. Anche la voce ora è più modulata e meno ferina ma non per questo orba della cattiveria necessaria. La loro Drifting On Waves è un'autentica odissea fatta di riff lenti e slabbrati, sdoppiature di chitarra ed andatura pachidermica, attraversando oltre venticinque minuti senza il minimo calo di tensione. I Kongh stanno da qualche parte tra Mastodon, Blutch ed i bravissimi americani Ocean: una band dalle grandi speranze da tenere sotto stretta osservazione, siete stati avvisati. È poi la volta dei magmatici Ocean Chief che con i due dischi fin qui pubblicati ("The Oden Sessions" del 2004 e "Tor" del 2006) si è imposta come una delle band cardine dell'effervescente scena scandinava. Il trio con Freja non tradisce il proprio trademark fatto di basso ultra-distorto e chitarra che lascia correre acide e corrosive fiamme lisergiche. Figli legittimi del verbo Sleep, i nostri sono molto più psichedelici dei loro colleghi e lo dimostrano sia con una voce lontana e drogata che con la bellissima divagazione psycho-spaziale che parte al diciassettesimo minuto per poi condurre ad un cambio di tempo che ammicca alle cadenze dei Black Sabbath. Il flusso, in entrambi i brani scorre alla perfezione, complici anche suoni ben calibrati ed un'atmosfera omogenea, nonostante le due band dimostrino di possedere forte personalità. Oltre cinquantuno minuti di musica di alto livello.
(Land O'\Smiles, 2008)
Drifting On Waves (Kongh) / Freja (Ocean Chief)
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