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L’accettazione è il primo ingrediente della felicità?

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

Accettarsi innanzitutto come esseri umani!

L’accettazione è il fattore limitante della felicità!

Nell’articolo “La regola delle 3A per riuscire nella vita” abbiamo concluso che: Accettandosi, approvandosi e amandosi si è in armonia con il proprio mondo interiore e conseguentemente si riesce brillantemente nel mondo esteriore. E abbiamo anche aggiunto che: L’accettazione da sola cambia in meglio il proprio destino perché ci spinge ad assumerci le nostre responsabilità e a rimboccarci le maniche.

Abbiamo anche visto che per far accadere le cose occorre che si formino le reti neurali, il che significa che occorre non solo e non tanto la teoria (libri motivanti e corsi di formazione), ma soprattutto la pratica (esercizi ed allenamento) perché deve essere interessato l’intero corpo alla loro costruzione.

Un’amica però, giustamente, mi ha fatto presente che accettarsi quando le cose vanno male, e peggio ancora approvarsi, è assai difficile, anzi è proprio allora che ci giudichiamo e fustighiamo spietatamente noi stessi!

E allora come la mettiamo? Il fatto importante da capire è che dobbiamo imparare ad accettarci, innanzitutto, come esseri umani bisognosi e meritevoli di amore, evitando di giudicarci sulla base dei nostri risultati e successi che arrivano sempre con ritardo rispetto alle nostre aspettative e, comunque, solo a tempo debito.

Soltanto se ci accettiamo come esseri umani che, come tali, presto o tardi si faranno strada, saremo anche in grado di affrontare le sfide della vita e di non soccombere alle prime difficoltà. E’ proprio dall’auto-accettazione che nasce la fiducia in se stessi che è di gran lunga più importante dell’autostima che si gonfia e si sgonfia in funzione dei risultati ottenuti.

Nessuno nasce imparato e nessuno è esente da fallimenti ed errori, anzi è proprio imparando dagli errori che si trova la via del successo.

Ecco perché non dobbiamo mai smettere di accettarci, approvarci e amarci neanche quando sbagliamo, e neanche quando i risultati ottenuti sono deludenti. Amandoci a prescindere dai risultati, saremo in grado di rimboccarci le maniche e impadronirci delle abilità e delle competenze necessarie che conducono a risultati eccellenti.

Dobbiamo capire, in sostanza, che:

Non è il successo in sé che ci farà sentire finalmente  appagati e felici, ma proprio l’accettazione e l’amore di sé in quanto persone.

Infatti, è risaputo che molti artisti non si sentono né soddisfatti, né felici e non riescono ad amarsi.

Diversi attori, cantanti, musicisti, pittori e ricchi imprenditori, pur essendo all’apice del successo, dichiarano di sentirsi insoddisfatti e depressi. Qualche autore spiega questa incongruenza con la mancanza di valori solidi come la famiglia e l’amicizia, oppure perché costoro non avevano stabilito a priori il momento in cui avrebbero potuto sentirsi soddisfatti e felici dei risultati raggiunti.

Concorrono sicuramente anche questi fattori al senso di vuoto interiore, ma io credo che in questi casi, il motivo della depressione e/o dell’infelicità sta nel fatto che, pur trovandosi costoro all’apice del successo, e forse proprio per questo, essi hanno altre aree o settori della vita in cui non si sentono per niente soddisfatti e realizzati, avendo investito tutto il proprio tempo e le proprie energie nel campo di maggiore interesse.

Ampliando e parafrasando il concetto della legge del minimo, molto applicata in agricoltura (e non solo) -secondo la quale la crescita, e quindi la qualità e la quantità del raccolto ottenuto, è limitata dal fattore della produzione presente in minore quantità- l’accettazione è il fattore limitante della sensazione di felicità nel campo psichico!

Non a caso “Ingoiare il rospo“, ossia accettare la realtà anche se è brutta è, nel saggio digitale ”Totomizza le tue paure!”, il primo dei cinque step -per altro in omaggio- per vincere le paure e vivere alla grande!


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