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L’all you can eat ci distruggerà?

Da Eatitmilano @Eatitmilano

all you can eatC’è un fenomeno dilagante che, in quanto amante della buona cucina, mi preoccupa non poco: l’apertura compulsiva di questi all you can eat qualsiasicosa in zona Milano e, soprattutto, provincia. Spuntano come funghi, sono di dimensioni enormi e offrono ogni ben di dio a prezzi bassissimi.

Ne ho tenuti un po’ sott’occhio. Hanno più o meno tutti lo stesso stile e offrono più o meno tutti le stesse cose: cibo cinese, qualche pezzo di sushi, cibo italiano, carne e pesce che puoi sceglierti direttamente dal banco frigo, dolci, gelato. Il tutto senza limiti di quantità, a prezzo fisso.

I prezzi? All’incirca coprono questa fascia: dal lunedì al venerdì intorno ai 10 euro, il sabato e la domenica 12/15 euro a mezzogiorno e 20/25 la sera.

La qualità non è il massimo, il pesce è evidentemente surgelato (per lo meno in quelli provati) e per la carne si può scegliere solo tra fettine, salsicce e wurstel. Ma non si può certo dire che si mangi male. La pulizia, poi, è quasi maniacale.

Ora.

Ogni ristoratore saprà che offrire cibo di qualità, soprattutto carne e pesce, a questi prezzi è davvero una mission impossible perché il guadagno rischia di essere nullo. I proprietari di questi all you can tutti, invece, ci riescono. E fanno il pienone. Questo significa solo una cosa: sarà il periodo di crisi, sarà quel che sarà, ma la maggior parte della gente della qualità non se ne fa un fico secco.

Sono diverse le domande che mi faccio a questo punto:

- la cultura del cibo in Italia è ancora relegata a pochissime persone?
- è davvero un problema di crisi? 20 euro, se ci pensate, non sono mica così poche. Anche se, in effetti, si mangia fino a scoppiare e ho visto gente riempirsi 3/4 volte i piatti all’inverosimile
- davvero i commercianti sono disposti a farsi schiacciare da queste realtà?
- la buona cucina dev’essere solo appannaggio di chi può permettersi di mangiare dagli chef stellati?
- ma, soprattutto, davvero noi tutti siamo disposti a farci schiacciare da queste realtà?

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Ciò che a molti sfugge, forse, è che alimentare un tipo di attività come queste crea un danno alla nostra stessa economia. Non voglio farne una questione razziale, ci mancherebbe, ma la stragrande maggioranza di questi ristoranti è gestita da asiatici. Che pagando le dovute tasse hanno tutto il diritto di aprire questi posti ma è noto che, per molti motivi, anche culturali, i loro guadagni non contribuiranno totalmente a far girare l’economia italiana, figuriamoci nel settore della ristorazione.

Non sono per la chiusura totale verso questo tipo di realtà, perché la libertà è di tutti, ma questi posti sono così grandi e ad una diffusione così veloce che mi domando cosa si possa fare per salvaguardare la nostra identità gastronomica.

Se della qualità non ce ne frega nulla, i nostri ristoratori non avranno scampo. Non c’è competizione. Voi direte “allora i nostri ristoratori abbassino i prezzi” ma forse tanti di voi non sanno qual è il reale prezzo della merce per chi, oltretutto, magari avendo un locale non proprio gigante, non ne compra in quantità industriali.

C’è poi un’altra cosa che mi fa piuttosto impressione. Avete mai provato a scrivere semplicemente “All you can eat” su Google?

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Ciò che si legge nei primi tre risultati a me fa davvero impressione, e mi dà la netta sensazione che, diamo pure colpa alla crisi, che tanto non ci sta mai male, è venuta un po’ a tutti la fobia del cibo:

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I soldi che risparmieremo con l’all you can eat, secondo me, finiranno tutti al dietologo.

Il discorso sarebbe ancora più da approfondire ma a me fa specie vedere che un Paese come il nostro, che del cibo ne ha fatto una bandiera, si lasci sempre di più schiacciare dai fast food prima e da questi all you can eat dopo. Ditemi, ristoratori e operatori del settore in primis, davvero ci diamo già per sconfitti?


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