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L’ambientazione dell’arte

Da Annaulaola

Land art, arte ambientale art in nature, sono solo delle diverse declinazioni del rapporto tra artista e natura. In questo caso non stiamo parlando di giardini cinquecenteschi o parchi all’italiana con i loro sentieri sinuosi, le ardite geometrie, le piazzole e gli elementi in pietra scolpita, ma ci riferiamo agli interventi che numerosi artisti, hanno apportato all’ambiente e al paesaggio nel secondo dopoguerra.

L’ambientazione dell’arte

(c) Robert Smithson

Il più grande esponente di questa corrente è sicuramente Robert Smithson che sale agli onori della cronaca grazie alla famosa spirale di sassi del Grande Lago salato dello Utah. Perfettamente in linea con gli altri esponenti di questo movimento, slega le sue opere d’arte monumentali dal circolo virtuoso di mercato e gallerie, per condurre lo spettatore direttamente al luogo fisico dove è collocata l’installazione artistica. La terra diviene mezzo artistico e l’individuazione di aree remote e inesplorate ciò che bisogna mostrare al pubblico.

(c) Collezione Gori

(c) Collezione Gori

Da qui nasce la prolificazione dei parchi d’arte. La famiglia Gori, ad esempio, sviluppa l’idea di arte ambientale fin dagli anni Settanta nella Fattoria di Celle, invitando gli artisti più in voga del momento per realizzare le loro opere ponendosi in relazione con il luogo alla che le avrebbe ospitate. Il conte Panza di Biumo è stato un altro fautore dell’arte ambientale. I lavori dell’artista statunitense James Turrell riempiono i saloni di Villa Panza  di luce solare, lunare e stellare.

Forme dinamiche

(C) Forme Dinamiche

La Land Art è un’espressione artistica che indaga il rapporto tra uomo e territorio, ambiente e natura. Se non è lo spettatore in cerca del risultato della relazione tra arte e natura, il museo trae luce e atmosfera dall’esterno. Questo è quello che è successo al  Moca di Los Angeles dove l’arte ambientale ha fatto un ingresso ardito tra le mura del museo, spostando un Megalite da 370 tonnellate.



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