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L’AMORE delle donne diventa RANCORE

Da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

L’AMORE delle donne diventa RANCOREE’ San Valentino!  E l’Infedele su La7 celebra la festa degli innamorati raccontando l’amore dei tempi nostri. L’amore dei giovani e dei vecchi,  le pulsioni d’amore, i sogni proibiti e la dignità delle donne.  Speciale San Valentino raccontando l’amore contemporaneo e partendo dallo slogan: Se non ora quando? L’amore delle donne trasformato in rancore, un urlo gridato con tutta la forza tipica della donne, quando vogliono affermare che sono una forza!   Un fiume di donne in piazza. La protesta in 230 città. Più di un milione, con la determinazione di manifestare la volontà di costruire un paese migliore.   Se ne discute in studio con Joumana Haddad, Giulio Giorello, Vito Mancuso, Deborah Bergamini, Patricia Thomas, Ida Dominijanni, Claudio Risé, Donatella Marazziti, Gianluigi Nuzzi.

L’AMORE delle donne diventa RANCORE
Gli effetti di questa imprevista manifestazione si stanno riflettendo sulla politica. Abbiamo visto come nelle ultime tempi l’immagine della donna sia stata stravolta e snaturata da personaggi come Nicole Minetti, Ruby e le “Olgettine”, che hanno dato il colpo di grazia ad una femminilità italica già messa a dura prova ogni giorno dalla mercificazione e dalla strumentalizzazione.  Per difendere le donne che cercano il compromesso e “l’aiutino” degradante, Daria Pesce avvocato difensore di Nicole Minetti,  esordisce: “ è un déjà vu, questa manifestazione ricorda il 68’ e mi sembra ormai superato” – “Nicole è bellissima, intelligente e consigliera comunale, sono amica di Berlusconi da anni ed è mia opinione che potrebbe difendersi in un altro modo, cioè presentandosi davanti ai giudici, ne uscirebbe vittorioso.  Sarebbe meglio se assumesse un atteggiamento moderato, si dovrebbe difendere nel processo e non dal processo. Per Nicole escludo la condanna per concussione ma, sarà più difficile negare il favoreggiamento”.

Per Deborah Bergamini, deputata del Pdl: ”le donne italiane hanno partecipato ad un dibattito pubblico, molto rispettoso, interessante e che si spera continui ma che non ha nulla a che fare con la dignità delle donne, è stato un pretesto per manifestare contro Berlusconi, una manifestazione travestita contro la dignità delle donne, che peraltro non sono messe a rischio  e questo riferimento politico esplicito l’ha reso fallimentare”.

L’AMORE delle donne diventa RANCORE
Non fatico a prendere posizione contro il pensiero della deputata berlusconiana perché la questione femminile è di fatto una questione politica, dal momento che erano anni che un rappresentante politico inviava segnali del tipo: soldi e potere, interdipendenze tra gruppi politici anche diversi, che confluiscono alla Corte di Arcore e che si legano tra di loro anche attraverso un uso della seduttività.  Ricchezze spropositate, feste, harem, concubine sempre disponibili pur di compiacere al potente rappresentante del popolo italiano.  Non si può negare che questo atteggiamento è il contrassegno di una democrazia fragile, che si affida alle ingannevoli narrazioni del capo, perché come la storia e il femminismo ci hanno insegnato è nella sessualità che si vede il sintomo della civiltà di un Paese e una società che diffonde un immagine di sultanato diventa la cifra di un sistema di potere legato alla mascolinità  narcisista e comunicativamente fortissima che  genera un meccanismo per cui la sfera privata che riguarda il sovrano ci mette poco ad assumere valore pubblico. I legami forti tra chi appartiene alla Corte, creati da un sistema di favoritismi, fanno sì che la Corte stessa diventi garanzia del potere del sovrano. I cortigiani hanno per questo bisogno del sovrano, ma anche il sovrano ha bisogno di loro. E’ una dipendenza reciproca infatti, come si vede in questi giorni, il sistema vacilla appena uno degli individui smette di
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concedere il suo supporto all’intero dell’organismo rompendo l’incantesimo dell’onnipotente seduttività di Silvio Berlusconi nei confronti del gentil sesso, facendo intervenire altri poteri scomodi come la magistratura.

All’orizzonte ancora non appare  un Robespierre in grado di rivoluzionare la politica, ma restiamo fiduciosi e la risolutezza delle donne che sono scese in piazza dimostrando e combattendo per qualcosa che ritengono giusto fa ben sperare nel futuro.

 


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