Magazine Psicologia

L’Arte di Vedere.

Da Lemat @LeMatPercorsi
by Matteo Ficara

Cari amici lemattiani,
oggi ho il piacere di condividere con voi una riflessione sull’Arte di Vedere.

Che cos’è l’ “Arte di Vedere”?
O, meglio, perché la funzione del “vedere” può essere considerata un’arte?

Nel suo libro “L’arte di vedere”, Aldous Huxley ci invita a considerare l’arte come un inArteVederesieme di talento e tecnica, che può  migliorare grazie all’esercizio e questo è uno dei punti focali (e mai parola fu più azzeccata ^_^) dell’opera di Huxley.

Questo breve saggio, infatti, nasce per spiegare – in modo conciso – le basi filosofiche delle tecniche del dott. Bates (e seguaci), studiate per far recuperare la vista con l’esercizio.

Anzitutto, cari amici, vogliamo sottolineare che prima di buttarvi nella pratica di determinati esercizi (di cui alcuni sono in “comproprietà” con tecniche come lo yoga e la lettura veloce), vi suggeriamo di rivolgervi al vostro oculista.

Ora, andiamo a “vedere” di che cosa si tratta…

1. Sincronicità (il Vedere e la Mente)

Inizio subito esternandovi la mia grande gioia quando, proprio in uno degli ultimissimi capitoli, ho trovato il titolo “Memoria ed Immaginazione”.
Chi mi segue da tempo sa bene che l’Immaginazione è il mio “luogo naturale” e sa anche perfettamente quanto essa sia legata alla Memoria.
O meglio, sapete bene che Memoria ed Immaginazione sono le due facce di una stessa medaglia che chiamiamo “rappresentazione mentale” e che funziona più o meno così:

  • ogni volta che stimoliamo il nostro emisfero sinistro con un’informazione di carattere verbale (una parola), nel rispondente emisfero destro, delegato alle immagini, si accendono tutta una serie di lucine, che richiamano alla mente l’immagine relativa alla parola (se vuoi conoscere meglio il funzionamento dei tuoi emisferi, QUI trovi l’articolo);
  • questo momento è quello che chiamiamo di “rappresentazione mentale”, poiché la nostra mente ci ri-presenta le immagini che, nel corso del vivere, abbiamo associato alla determinata parola (provate con “cane” e vedrete apparire l’immagine del cane con il più forte impatto emotivo nella vostra vita. Perché l’impatto emotivo? Lo scoprite nell’articolo sulle Mnemotecniche, CLICCANDO QUI);
  • allo stesso modo, invece di chiamare in causa la memoria (stimolandola con le parole), provate ad immaginare il vostro domani. Contrariamente a quando recuperate dei vissuti, le informazioni circa il vostro “futuro” non possono essere contenute nella memoria, eppure le lavorate sempre come immagini (ed è così, difatti, anche nei Sogni. Vuoi conoscere una tecnica per “usare” i Sogni? Eccola!);

questa relazione tra Immaginazione e Memoria ci è molto utile per entrare nel vivo degli esercizi del dott. Bates e ci permetterà anche, più avanti, di comprendere il legame tra il vedere fisico e quello sottile, che chiamo intuizione e che è strettamente legato all’Immaginazione.

Nel sopra citato capitolo di “quasi-chiusura” del libro, Huxley ci invita a portare la nostra attenzione ad un fenomeno interessante:

quando leggete e non conoscete una o più parole del testo, il vostro apprendimento si blocca (e questo lo sapevamo), l’attenzione si affievolisce ed in noi si accrescono tutta una serie di sensazioni conosciute come “noia”, che si manifestano in sbadigli e voglia di smettere di studiare.

Vero?
Verissimo e, come dicevo, lo sapevamo già. Quello che non sapevamo è il metodo suggerito per risolvere questa impasse.ottometria
Il suggerimento iniziale fu quello di inserire, nell’aula delle scuole, una tavola ottometrica a cui portare l’attenzione quando sentivamo iniziare il processo della “noia”.
Il perché è molto semplice: se ci stanchiamo è perché l’imput dell’emisfero sinistro non ha trovato una risposta in quello destro, ovvero non abbiamo in memoria l’informazione cui si sta facendo riferimento, per cui il sistema cerebrale gira all’impazzata, consumando un sacco di energie, per cercare di “tappare questo buco”.

La stanchezza/noia ha, come primo sintomo, un calo delle capacità visive, che comporta la seguente spossatezza mentale, lo sbadiglio e lo stress.

Portando gli occhi su un elemento che, oltre ad essere distante (lo spostamento dello sguardo da vicino al lontano, migliora – anche se fatto solo con l’Immaginazione – le capacità visive ed il rilassamento dell’occhio), è anche conosciuto e riesce, quindi, a colmare quella mancanza di significato mentale che ci aveva stancati (restituendo anche tonicità e freschezza all’occhio).

Oltre a questi legami strettissimi tra la teoria sull’Arte del Vedere e la Mente, ce ne sono altri che riguardano più nello specifico le tecniche di lettura veloce. Alla fine di questo articolo comprenderemo quanto Lettura Veloce, Immaginazione e Vedere siano legati tra loro.

2. Occhiali ed Esercizi (il Vedere e la Lettura Veloce)vistaocchiali

Nella teoria del dott. Bates, esposta in questo libro in modo rapido (esiste anche l’opera più voluminosa – con le casistiche di successo – dal titolo: “Vista perfetta senza occhiali”), vengono contrapposti degli esercizi di ginnastica oculare alle “preziose grucce”, ovvero gli occhiali.

Gli occhiali non rispondono al deficit della vista in modo attivo, ma passivo, sostituendosi al difetto stesso.
Una miopia lieve, non viene curata, ma corretta, da una lente che, colmando le mancanze dell’occhio pigro, lo rende ancora più pigro (portandolo in uno stato che possiamo definire “cronico”).

Gli esercizi di rilassamento ed attivazione dell’occhio, invece, servono proprio per fare uscire i nostri organi della vista dal loro stato di pigrizia, rinforzandoli e portandoli in una condizione di migliore salute.

A questo punto è importante dire che Aldous Huxley scrive questo saggio perché esso stesso ha giovato delle tecniche del dott. Bates.
Fin dalla nascita, Huxley, era fortemente ipovedente. Il suo carattere, però, lo ha portato a tentare ogni via. Sembra, dalle sua parole, che solo questi esercizi siano riusciti a migliorargli (seppure non curare perfettamente) la vista.

Com’è possibile?
Al di là delle spiegazioni fisiologiche dovute alla pigrizia dell’occhio (inasprita dall’uso delle lenti/occhiali), dobbiamo aggiungere la conseguente (a volte causa, a volte conseguenza) pigrizia della mente.

Avrete notato che quando siete stanchi o affamati, la vostra vista tende a diminuire, vero?sbadiglio
Tale fenomeno è facilmente spiegabile in questi termini: l’occhio è il secondo organo più strettamente legato al cervello (prime sono le orecchie – ma questa info è da confermare, trovo notizie discordi, che danno l’occhio come primo organo), al quale arriva attraverso una complessa articolazione nervosa incrociata (a forma di “X”) detta chiasmo ottico.
La fame, in particolar modo quella necessità di zuccheri (frutta, carboidrati) che sentiamo quando ci fiondiamo in cucina nella pausa dallo studio, è dovuta al fatto che il cervello consuma ATP, a sua volta prodotto dalla lavorazione degli zuccheri (per glicolisi), per cui, dopo il lungo lavoro, ha bisogno di nutrirsi.
Allo stesso modo, lo sbadiglio, denota due fenomeni in atto: bisogno di ossigeno al cervello (necessario per la lavorazione dell’ATP) e bisogno di una pausa mentale, al fine di incamerare ed elaborare le informazioni apprese.

Entrambi i casi segnano una stanchezza (fisiologico/nutritiva e mentale), che va ad inficiare la nostra vista.
Ed ecco un esercizio utile in questi momenti: il palming.
Chi fa yoga sa bene in che cosa consiste: mettete le braccia davanti a voi, ad un certa distanza (potete aprirle fino a farle sporgere dirette dalle spalle), poi chiudetele fortemente e fregatele l’una con l’altra, generando calore sui palmi (da cui “palming”).
Quando sentite il calore, ponete la mani sugli occhi, badando che i palmi siano innanzi agli occhi in modo delicato (l’ideale è poggiare la parte callosa sulla guancia e sulle palpebre).
Tenendo gli occhi aperti, potrete notare un rapidissimo rilassarsi dei vostri occhi, con conseguente miglioramento della vista.
(ciò accade anche per trasmissione di energia dai palmi agli occhi)

Tra le altre tecniche (Mappe Mentali, Mnemotecniche e Lettura Veloce), nel sistema di Apprendimento Efficace, diamo larga importanza anche al rilassamento, consapevoli del fatto che un organismo rilassato riesce a dedicare maggiore attenzione dove necessario, perché in uno stato di ottimizzazione delle risorse.
Inoltre, ho ritrovato gli esercizi per rendere l’occhio più veloce nella lettura, proprio tra quelli suggeriti dal Dott. Bates.
(a breve l’articolo+risorsa, sulla Lettura Veloce messa in pratica!)

3. L’arte di Vedere (il Vedere e l’Immaginazione)

Per i curiosi, nel libro troverete almeno una dozzina di esercizi interessanti, da provare (sentite l’oculista, anche se vi dirà di no… comincio a pensare che sia una lobby anche quella), mentre ora passiamo alla conclusione di questo articolo, osservando l’Arte di Vedere dall’interno.

“L’Immaginazione è la porta della percezione”.
Nonostante io sappia con certezza quanto ciò sia vero, ogni volta che mi trovavo a dover spiegare “perché” è vero, ero in difficoltà.
Percepivo una realtà senza avere parole per spiegarla.
Finalmente ora le ho.

Sarò breve (cosa che finora mi è riuscita poco… ;-P ).
Esistono teorie dell’antica filosofia araba, derivanti dalla lettura di Aristotele, che riportano l’esistenza di due menti: una individuale e l’altra universale.
Quella individuale ha capacità di esperire, quindi di incamerare informazioni, mentre quella universale è il macro contenitore di queste info.

Se riportiamo tutto alla teoria della Memoria anche sopra accennata, possiamo dire che ogni volta che vediamo/viviamo qualcosa, inviamo il vissuto (o meglio il “concetto”, ovvero l’insieme di forma/immagine e contenuto/vissuto emotivo) nel grande contenitore universale, che contiene le informazioni dall’inizio della vita della Terra fino ad ora (qualcuno le chiama “memoria dell’Akasha”).

La mente universale è quella che “pensa e fa”.
Anche nella tradizione Cristiana, la “mente di Dio” è la sola che, in un solo istante, “pensa e crea”.
In poche parole: noi non pensiamo. Le nostre menti individuali possono soltanto ricevere pensieri ed informazioni (le immagini, le Idee platoniche) dalla Mente Universale.
Immaginate come un grande cervello in mezzo all’universo. Come i nostri singoli cervelli, anche quello universale emette un campo elettromagnetico entro il quale tutti noi rientriamo ma dal quale ci siamo de-sintonizzati (ecco perché capita anche spesso che siamo in moltissimi, in differenti punti del pianeta, ad avere le stesse idee, nello stesso momento storico, senza esserci mai visti ed avendo percorsi strade divergenti).
Ogni volta che questo cervello universale pensa, crea direttamente e lo fa attraverso di noi.
O, almeno, attraverso coloro che hanno la capacità di farsi “attraversare” da Essa.
Ciò è vero, cioè, negli esseri che non hanno una mente individuale, ed è per questo che ci sembra che vivono in perfetta simbiosi con la Natura (avete mai visto stormi di uccelli virare esattamente nello stesso momento e nell’identico modo?).

Quello che, nella mente individuale, blocca il processo di creazione diretta, è l’Ego.
Ovvero: l’attaccamento a quello che pensiamo di essere.
(negli articoli sull’Immaginazione trovate risposte a queste curiosità, e ne trovate anche nel libro “Il Potere dell’Immaginazione”, ordinabile SOLO A QUESTO LINK: http://eepurl.com/s5-yr)

Per poter ritornare a creare, bisogna fondersi con la Mente Universale e VEDERE le Immagini che contiene, le Idee platoniche, i simboli che riempiono ed informano il nostro presente, rendendolo più denso di possibilità.
Per fare questo, potete sia sfruttare gli esercizi del dott. Bates (io stesso sono ora in fase di sperimentazione), sia entrare nei vostri Luoghi di Potere, Le Stanze dell’Immaginazione.
Il mondo fuori, infatti, è specchio del mondo dentro. Lavorare sugli occhi, strumento del vedere, equivale a lavorare sulla Vista Interiore. E viceversa.

Lampiedina

Ecco, in definitiva, qual è l’Arte di Vedere:
tornare a liberarsi dal sé, per unirsi al Sé.

“Le Idee sono i Passi per l’Evoluzione” – Lampiedina

Matteo Ficara, LeMat


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