Lou Williams – © 2015 stopframe Youtube.com
Toronto è una città che conosce il basket NBA da un tempo discretamente limitato rispetto alle altre franchigie. Con Vince Carter prima e Chris Bosh poi le soddisfazioni, benché anch’esse limitate, non sono mancate, ma nel restante periodo la crisi è stata per lunghi tratti nera. L’anno passato, però, un’ottima regular season ha rilanciato le quotazioni canadesi, confermatesi quest’anno. Padroni della Northeast Division, nonostante le due sconfitte subite tra le mura amiche per mano dei Wizards che stanno compromettendo la serie d’esordio dei playoff, i Raptors si sono tolti alcune, importanti soddisfazioni. Il record di vittorie a quota 49, il quarto posto in Eastern Conference e un Sixth Man of the Year tra le loro fila, Lou Williams.
The @Raptors' @TeamLou23 named 2015 @Kia Sixth Man of the Year! #KiaSixth pic.twitter.com/B1lsDEh52a
— NBA (@NBA) 20 Aprile 2015
Il nativo di Lithonia ha sfruttato al meglio una stagione complessa per le stelle di Toronto, con un DeMar DeRozan alle prese con un infortunio all’inguine, che ne ha compromesso l’utilizzo per un discreto spezzone di regular season, e con un Kyle Lowry non così decisivo come l’anno passato, anzi assai oscillante nel rendimento, forse saziato dal contratto firmato la scorsa estate per 48 milioni di dollari in quattro anni. Chi, invece non ha mancato di dare il suo apporto e ha rappresentato una grande mossa di mercato, è stato proprio Williams, arrivato dagli Hawks dopo una stagione molto travagliata. La guardia ha messo insieme un career-high a quota 15.5 punti a partita nei 25.2 minuti di media a lui concessi, uscendo dalla panchina in ognuna delle 80 partite giocate. In ben 11 occasioni ha segnato almeno 25 punti, record di franchigia per un sesto uomo, precedendo Nikola Mirotic (8) e Isaiah Thomas (7) nella statistica. Suo, tra gli altri, il record di franchigia per punti segnati in un quarto (21), nel quarto periodo della vittoriosa partita contro i Cavaliers.
Ha guidato la squadra in 18 match in termini di punti segnati, secondo miglior risultato per chi non parte in quintetto, e i canadesi hanno fatto segnare 14 vittorie ed appena 4 sconfitte in queste occasioni. Ha poi guidato Toronto in termini di percentuale ai liberi (86.1%) e segnato la bellezza di 152 triple, career-high rispetto alle 88 con i Sixers nel 2010/11. Decisivi per lui, oltre ad un mese di aprile in cui ha messo il turbo e segnato oltre 20 punti a partita, con il 40% tanto dal campo quanto da oltre l’arco, sono stati i mesi di assenza di DeRozan. Tra dicembre e gennaio ha messo insieme 16 punti di media, utilissimi per tenere i Raptors a galla e non perdere di vista l’obiettivo minimo stagionale dei playoff. Strano, ma vero, Lou è andato particolarmente forte nelle 17 partite giocate senza giorni di riposo, segnando la bellezza di 19.4 punti di media ed alzando il suo plus/minus a quota +7.4, dal +3.7 medio tenuto nel complesso della regular season. Williams ha inflitto il proprio season-high alla sua vittima prediletta, Cleveland, con 36 punti in 29 minuti nel mese di novembre.
What a great #leanintogether moment as @TeamLou23 celebrates his new hardware with daughters Jada & Zoey! pic.twitter.com/1mXSxKPEmx
— NBA (@NBA) 21 Aprile 2015
Williams ha ottenuto 78 dei 130 possibili primi posti tra i votanti, vincendo con un margine considerevole sul secondo classificato, quell’Isaiah Thomas che, confortato da un finale di stagione sublime nel guidare i suoi Celtics ai playoff, aveva ritenuto possibile una rimonta per il titolo di Sesto Uomo dell’Anno. Deluso dal risultato finale, che ha visto l’avversario vincere per 502 punti a 324, ha dichiarato, oltre alle congratulazioni di rito per Williams, che “numbers don’t lie“, un chiaro riferimento ai suoi 16.4 punti a partita, cui ha aggiunto 4.2 assist, ed al suo essere stato decisivo per le vicende di Boston. Williams ha invece espresso, oltre alla gioia per il titolo, una certa sorpresa per come è riuscito a uscire dal grave infortunio della passata stagione, lavorando su molti aspetti del suo gioco e lavorando con intelligenza per sopperire alle mancanze del proprio fisico. DeRozan, oltre a ringraziarlo per il suo ottimo contributo ai risultati di squadra, lo ha definito “the coolest dude in the world“, sottolineando come il clima sia ottimo nello spogliatoio canadese. Brad Stevens, coach dei C’s, ovviamente, ha invece sostenuto la candidatura di Thomas, che si è detto pronto a lavorare per migliorare ancora e salire ulteriormente di livello.
Per Williams, oltre al trono di Sixth Man of the Year, è arrivato un riconoscimento musicale da parte del part-owner Drake, che si è riferito a lui nella canzone “6 Man“, uscita di recente:
“Boomin’ out in South Gwinnett like Lou Will
6 man like Lou Will, 2 girls and they get along like I’m…
Like I’m Lou Will”
Lou Williams, più semplicemente, the coolest dude in the world.