"Si arrenderanno all'improvviso, quando non potranno più negare la realtà.
Per adesso noi al lavoro"
Si legge questo oggi sul profilo twitter di Matteo Renzi, capo del nostro governo.
Affermazioni a dir poco stupefacenti: in realtà persistono le polemiche sulla legge di stabilità, passata con lavoro notturno al Senato il 20 dicembre e quindi in corsa anche alla Camera il 22.
Ad onor del vero è dubbio che tutti i votanti siano riusciti effettivamente a leggere per intero la legge,tenuto conto della tempistica: verosimilmente il voto ha corrisposto ad una logica di schieramenti ed a considerazioni politiche di natura diversa rispetto ai contenuti del decreto legislativo, insomma a scatola chiusa.
Fermo restando il fatto che il governo dovrebbe gestire solo il potere esecutivo ed il legislativo spettare al Parlamento, almeno stando alla nostra carta costituzionale, che ormai viene considerata un intralcio dai nostri vertici istituzionali, viene da chiedersi quale effettivamente sia oggi la funzione del Parlamento, ma al di là di questo cosa effettivamente intenda Renzi per realtà: Istat, Confcommercio, Coldiretti, l'ultimo rapporto Censis sulle condizioni socioeconomiche dell'Italia parlano dati alla mano, di un paese impantanato nella recessione dove le imprese chiudono, la disoccupazione aumenta, i giovani emigrano, i consumi continuano a ridursi con dati in costante peggioramento.
Questa è la realtà italiana e la scarsa disposizione agli investimenti nel nostro paese è conseguenza del dilagante costume corruttivo e di un sistema di tassazione a dir poco complicato: tutte cose alle quali non si rimedia sottraendo tutele e diritti ai lavoratori.
Non è pensabile che il capo del governo ignori questa realtà: a cosa si deve dunque il pomposo trionfalismo? La speranza sarà quella di trovare credito in Europa: se l'Europa approva allora per il momento si salvano le sedie, che si salvi anche il paese invece rimane quanto meno dubbio.