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L’importanza di chiamarsi Duilio

Da Annaulaola

Duilio Forte non è solamente un bravo architetto, un talentuoso designer e un famoso artista, ma anche un personaggio. Non c’è conferenza di design a cui non gli venga chiesto di intervenire e associazione culturale che non lo veda protagonista. Di conseguenza non si tratta di un semplice designer, ma di un opinion leader che lavora principalmente in Italia, ma d’estate non manca di portare gli studenti in Svezia a capire cosa voglia dire intagliare e lavorare il legno e dedicare intere giornate a fare design… Non vorremmo dilungarci troppo e lasciamo la parola a Duilio, conosciuto diversi anni fa, durante un evento all’Atelier Forte, la sua fucina creativa che non può certo lasciare indifferenti poiché non c’é opera o oggetto di design che non trasudi bellezza e creatività.

L’importanza di chiamarsi Duilio

(c) Milanomilano

Ci presenti uno dei tuoi famosi pezzi? 

Il pezzo scelto è Sleipnir Ljus, un candelabro in ferro realizzato a mano.
Altri oggetti simili sono Sleipnir Mini e Sleipnir Hang, tutti ispirati al celebre cavallo di Odino, Sleipnir.
Utilizzo solo ferro pieno e legno massello proveniente da foreste a sviluppo sostenibile. Materiali che provengono dalla tradizione. Cerco di adottare trattamenti naturali come cera d’api e olio di lino e limitare l’uso di colle e agenti chimici.

L’importanza di chiamarsi Duilio

Cosa vuol dire per te autoprodurre?

Il fatto che un essere umano possa da solo, con le proprie mani (in autonomia), e con i propri mezzi realizzare un manufatto, un’opera, senza dipendere da un ciclo produttivo altro da lui, spesso a carattere industriale. Il fatto di possedere nelle proprie mani la completezza del processo di realizzazione dell’opera rappresenta il presupposto fondamentale per l’accesso alla complessità dell’intelligenza manuale.

E’ attraverso il metodo euristico, i gesti, le difficoltà di esecuzione, gli errori, il non finito che l’opera spicca il volo e si lancia verso i limiti del sapere e della conoscenza. Una buona ricetta non fa un cuoco, una laurea in medicina non fa un chirurgo, la conoscenza teorica della musica non fa un musicista. Il progetto è troppo semplice ed elementare per essere un’opera. Il progetto diventa opera soltanto se trascende la dimensione prosaica e segnica per lanciarsi in quella simbolica e poetica. Se l’opera realizzata non contiene più informazione del progetto allora è inutile.

L’autoproduzione non è il bricolage della domenica con i pezzi di recupero trovati in garage.

L’importanza di chiamarsi Duilio

L’autoproduzione è un’attività che garantisce un prodotto e una qualità unici, in concorrenza con la produzione industriale di più alta gamma. Infatti l’industria per poter vendere i suoi prodotti dal prezzo gonfiato, è costretta a utilizzare strumenti di marketing aggressivo sul mercato. L’attuale crisi del mercato industriale e l’affermarsi dell’autoproduzione non sono frutto di coincidenza, ma di un lento ed inesorabile declino dell’industria, ormai non più capace di interpretare un mercato sempre più intelligente e sofisticato, che non accetta di essere omologato dal marchio e dalla serialità. Nel prezzo di mercato del prodotto industriale la quota dedicata all’oggetto e alla sua qualità è minima. Nell’autoproduzione è massima.

Vieni spesso definito designer, artista e artigiano, in quale ruolo ti ritrovi di più? Quanto credi che queste tre figure siano legate?

La mia idea di arte come emozione è legata alla creazione di mondi e alla possibilità di viverli. In questa visione le figure di artigiano, designer, architetto e artista concorrono in varia misura e con capacità specifiche all’opera finale, sia dal punto di vista dell’immaginazione che da quello della visualizzazione e della realizzazione.

Che importanza riveste la tendenza ad associarsi per i designer e gli autoproduttori?

In questo modo gli autoproduttori riescono a far fronte alle problematiche che derivano dall’essere più piccoli e avere un bacino di utenza minore rispetto ai sistemi di produzione industriale.

L’importanza di chiamarsi Duilio

É proprio per “combattere” contro la produzione industriale che serve un’alleanza tra “simili”. Non a caso nel 2010, in occasione del Fuorisalone del mobile, ho dato inizio alla Dichiarazione di guerra all’industria, un tema che abbiamo portato avanti e stiamo tuttora seguendo, che si propone di smascherare il prodotto industriale dalla patina di artisticità di cui si è appropriato ma che di fatto non gli compete.

Inoltre conoscere ciò che fanno altre persone che condividono molti dei valori che mi appartengono è senza dubbio interessante.

Vuoi parlare della neonata associazione di Milano Makers in anteprima per noi?

Milano Makers si propone di far conoscere le diverse realtà che sono nate nell’ambito dell’autoproduzione, tante eccellenze italiane che hanno bisogno di trovare nuove prospettive. Questa associazione cercherà di promuovere un metodo di lavoro che ha anche delle aderenze con un’idea di vita e di mondo che sempre più persone condividono. Io, ad esempio, è almeno dal 1998, anno di fondazione di AtelierFORTE, che cerco un’alternativa sostenibile a un tipo di mercato, di lavoro e di economia che si ripercuote anche nello stile di vita che ho adottato e che ogni giorno sottoscrivo.

In tutti i tipi di lavori del mio studio AtelierFORTE, dagli allestimenti alle installazioni e alle sculture, dall’architettura agli interni e ai pezzi di design, il valore intrinseco dei risultati è massimo, poiché deriva da un metodo consolidato, tradizionale, artistico.

Adesso non rimane che seguire Duilio Forte su ulaola e scoprire con quale delle sue splendide autoproduzioni ci stupirà.


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