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L'ingrato hobby di avere un blog

Da Narratore @Narratore74

L'ingrato hobby di avere un blog Secondo appuntamento con i guest post. Oggi parliamo di blogging e a farlo è Bruno Bacelli, blogger da diversi anni. Se voleste conoscerlo meglio vi basterà visitare i suoi Mondi Immaginari e lasciarvi trasportare dai suoi articoli. Ne varrà la pena, fidatevi! Ma ora lascio la parola a Bruno. Buona lettura.
L'ingrato hobby di avere un blog
Per prima cosa, non è un mestiere vero e proprio, almeno per quanto mi riguarda. C’è gente che però ci dedica tempo ed energie come se lo fosse, e anche gente che ci guadagna (ma generalmente non in Italia). Io mi limito a considerarlo il mio sfogo creativo e ho sempre visto il blog come qualcosa che, per forza, trova il suo valore nell’ essere personale. Perché a parte qualche foto o altra opera creata con le mie mani, come quei buffi pupazzi che ho fatto vedere nei primi anni, difficilmente un blog come Mondi Immaginari può fornire un’informazione che il lettore non possa trovarsi da solo su un libro, un  sito internet, la wikipedia, ecc... Le notizie rimbalzano sui siti specializzati, sui giornali online e sulla carta, raramente ha senso cercarle nei blog. Il senso del parlare di un argomento, recensire un libro o un film o di un certo fenomeno sta nel darne la propria interpretazione, il proprio punto di vista da condividere con quelli che vorranno apprezzarlo. L'ingrato hobby di avere un blog
Con i modesti sforzi personali di tanti è nato un piccolo mondo che, sebbene assolutamente anarchico e imprevedibile, qualche effetto lo ha avuto, dal momento che nel mondo dei media e delle case editrici c’è chi ha cominciato a parlarne male, arrivando qualche volta all’insulto. I blogger (quelli indipendenti) esprimono in maniera sincera le loro opinioni, giuste o sbagliate, che di solito non sono in vendita. Del resto, almeno finché tenere un blog rimarrà così poco redditizio in Italia (e in italiano), il guadagno e le marchette non saranno fra le variabili che possano influenzare il giudizio di un blogger. Questo ha creato più varietà, e fa sentire meno impotenti, anche se la voce del singolo continua a essere il grido inascoltato nel deserto della gente distratta. Quanto al lavorare su un blog come fonte di guadagno, ci sono quelli che vorrebbero arrivarci, io auguro a tutti buona fortuna ma è una prospettiva che un po’ mi insospettisce. Sapranno fare un business della propria indipendenza, o rischieranno di entrare nei consueti meccanismi? L'ingrato hobby di avere un blog
Quanto a me ho le mie opinioni ma non conduco nessuna crociata. Ci sono mode e correnti di pensiero, ma le mie idiosincrasie mi impediscono di farne parte. In un ambiente piccolo e a volte incattivito come quello che orbita intorno a passioni come fantasy o fantascienza la regola sono le divisioni in fazioni contrapposte. E quindi vi sono cattive abitudini come dare ragione a uno perché è nella propria squadra e dare torto a quello della squadra nemica. I blogger non sono esenti da questi difetti, purtroppo in Italia funziona tutto così, siamo gente litigiosa, che esce da una cricca per cercarsene un’altra. Una cosa che mi spiace è che il litigio e la critica feroce rendono in termini di ascolto, ma non è nel mio stile usare il blog per insultare o per diffamare, anche se i miei contrasti li ho avuti, e non ho un nuovo bersaglio da aggredire ogni cinque minuti. Per questo la mia pagina, anche se esiste da diversi anni, non è mai stata tra le più frequentate, visto che non obbedisce alla regola del fare polemica per avere visibilità. Poi, diciamola tutta, non ho ritmi da stakanovista del post a tutti i costi, tutti i santi giorni. Non voglio quel tipo di ansia da prestazione.
Mi bastano quei pochi che mi seguono, anche se talvolta sono dannatamente pochi e non si fanno sentire. Certo il blog avrebbe dovuto essere anche strumento “promozionale” di quello che scrivo, e così com’è forse non è dei più efficaci. Ma del resto, come disse quel tale, vendere o no non rientra tra i miei rischi… 

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