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L'insulto del fallito, la bugia del fallimento

Creato il 16 giugno 2011 da Alesan
Io capisco che l'autoreferenzialità di chi comanda in Italia, di chi assume una posizione di potere, possa essere spropositata così come le balle che da qualche anno i nostri ministri ci raccontano su risultati (mai) raggiunti; può essere parte del gioco in un certo senso, anche se il gioco non andrebbe fatto sulla testa dei cittadini. Molto fastidioso che sia così, ma alcuni elementi lo hanno nel DNA. Uno di questi è certamente il ministro Renato Brunetta, che non ha raggiunto un solo obiettivo, nemmeno quello sul tanto combattuto assenteismo nel pubblico impiego perché poi è andata a finire che molti dipendenti pubblici hanno continuato misteriosamente ad... ammalarsi. E così la Ragioneria Generale di Stato si era trovata a ridimensionare di molto i numeri dati in principio dal Ministero. Così i soli scopi raggiunti sono stati il blocco della contrattazione che ferma gli stipendi del pubblico impiego per anni mentre manager, dirigenti e classe politica tutta continuano a costare come prima e più di prima, ed il secondo traguardo è stato quello di penalizzare i dipendenti stessi pagando loro meno soldi quando sono malati, tagliando gli straordinari, mettendo assurdi tornelli costati centinaia di migliaia di euro davanti agli uffici statali, mettendoli alla gogna ad ogni apparizione televisiva generando una misera guerra tra poveri ed esaltandosi ogni volta per queste primizie che avrebbero spinto la pubblica amministrazione nell'era della modernità e della competenza sui servizi. Tutto uguale a prima, compresa l'era tecnologica ferma al palo. La sua demagogia sul fannullone ha fatto breccia per un po', poi il cittadino ha capito che aumentavano i disservizi, non la qualità, e così il famigerato "gradimento nei sondaggi" è crollato anche per Brunetta.
 Ci sta, però, che uno continui ad auto-incensarsi, anche quando è sbugiardato dai diretti interessati in TV, come nell'ultima puntata di Annozero dove, a un certo punto, non sapeva più nemmeno cosa rispondere ai dipendenti della cancelleria di Milano in quanto non informato dei risultati delle ispezioni ordinate dal Ministero che lui stesso presiede. Ci sta tutto, anche che uno si senta imbattibile, insuperabile e bravissimo, anche quando questo non è vero. Che tutto questo però sia parte di un ministro può creare molti problemi. Certo, Brunetta non è nuovo agli insulti, dalle élite di merda al continuo considerare perfetti deficienti tutti coloro che non la pensano come lui (cercatevi qualunque video-intervento, ci vuole poco a capirlo), ma che un ministro, chiunque sia, che un privilegiato dipendente del popolo si permetta di dire che i precari sono la parte peggiore dell'Italia è fuori da ogni logica. Che poi, a questo, si aggiunga anche una sequela di menzogne una più grande dell'altra che negano l'evidenza di un filmato visto ormai da milioni di persone ed assolutamente indiscutibile nel suo evolversi dei fatti è ridicolo e demente. Il filmato messo on-line da Brunetta cerca di sbugiardare una verità incontrovertibile filmata e messa sotto gli occhi di tutti. Brunetta comincia dicendo: "spieghiamo i fatti". I Fatti lio abbiamo visti ministro, sono chiarissimi anche nel paese delle mille balle blu.
Una precaria chiede di parlare, si presenta, il ministro volta i tacchi e se ne va dicendo che questa è l'Italia peggiore. Lì, e soltanto in quel momento, parte la contestazione. Prima c'è la solita cafonaggine e la vera Italia peggiore: quella che ci governa. Temo abbia ragione Peter Gomez: la sinistra è in crisi, ma con questa gente la destra non può che affondare. Ed è quello che sta avvenendo. Quando poi capiranno che a sinistra non serve un leader come a loro, ma un minimo di progetto serio, che già sta crescendo sarà tardi per inseguire primarie, rimpasti e riforme. Ricominceranno ad offendere e a crollare negli indici di gradimento dei tanti famigerati sondaggi.

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