ROMA – L‘Italia e la felicità? In classifica mondiale siamo solo al posto numero 45. Ma quel che è peggio è che in un anno di crisi economica e politica abbiamo perso 17 posizioni.
La selezione è stata fatta dall’Onu nel World Happiness Report. A elaborare il rapporto sono stati esperti mondiali nei campi dell’economia, della psicologia, della statistica e dei sondaggi. Tra loro anche il guru della Columbia University Jeffrey Sachs, consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki moon per gli Obiettivi del Millennio.
Lo scopo era quello di descrivere come le misure della felicità possano servire per valutare i progressi delle nazioni. Dal rapporto si evince che valori immateriali sono responsabili per la felicità delle nazioni tanto quanto fattori più tangibili come il Prodotto interno lordo del Paese o la ricchezza personale. Sono infatti sei, secondo gli autori della ricerca, i fattori che contribuiscono a tre quarti della felicità di una nazione: il Pil, la durata media della vita, qualcuno su cui fare affidamento, libertà nelle proprie scelte i vita, niente corruzione e generosità.
In questa classifica l‘Italia si piazza tra Slovenia e Slovacchia. Al primo posto c’è la Danimarca, seguita da Norvegia, Svizzera, Olanda e Svezia.
Gli Stati Uniti sono al 17° posto. La classifica vede Canada, Finlandia, Austria, Islanda e Australia completare la top ten davanti a Israele. Nelle ultime posizioni ci sono Togo e Siria, al 146° posto su 156.
(Nella Foto Lapresse i Fori Impriali di Roma)