Questo è il mio ultimo articolo, scritto nello stesso giorno in cui il magazine per cui ho lavorato per 5 anni , ha quasi chiuso e comunque disdetto i contratti che aveva con gli esterni.
Piccole cose ma viste oggi grandissime. Oggi devi dire grazie se ti prendono un articolo oppure danno 3€. L’ho proposto gratuitamente ad un paio di siti ma non era in linea con le mission editoriali.
Quindi lo metto qui, un tema , peraltro, della telemedicina che ho affrontato anche altre volte, magari più superficialmente.
Il progetto Mobiguide per un’efficace assistenza sanitaria domestica con la telemedicina
L’Università di Pavia con la Fondazione S. Maugeri partecipano ad un ampio progetto europeo per lo sviluppo di reti di assitenza sanitaria attraverso l’uso integrato della telemedicina e gli abituali strumenti dell’ICT presenti nelle abitazioni.
Una buona gestione delle malattie croniche (cardiopatia, diabete, ecc..) necessita di valutare frequentemente i dati fisiologici, nonché di valutare l’aderenza del paziente ai trattamenti che gli sono stati prescritti. Evitare errori di alimentazione, dimenticanze nell’utilizzo di medicinali, prevenire peggioramenti in questi pazienti già debilitati, sono compiti che richiedono un gran disperdio di risorse, in ambito di organizzazioni familiari ed anche di strutture sanitarie.
Ecco perchè ormai diventa sempre più interessante sviluppare le sperimentazioni con l’ausilio della telemedicina anche per attuare, poi, scelte consolidate di nuove e sostenibili politiche socio-sanitarie.
La finalità dell’Unione Europea è di attivare dei progetti internazionali con una ricca e variegata tipologia di ricercatori e medici che attuino reti di buone prassi scientifiche con applicazioni che poi diventino metodologie di utilizzo costanti nel tempo e trasferibili anche in altri territori.
A tutto ciò corrisponde il progetto Mobiguide: “guiding patients anytime everywere”, che tradotto significa Mobiguide, supporto ai pazienti sempre e ovunque.
Il progetto ha un costo di 5.300.000€ e una durata quadriennale, con capofila l’University di Haifa in Israele.
A rappresentare l’Italia , l’Università degli Studi di Pavia, con il Laboratorio di Informatica Biomedica “Mario Stefanelli” (con i proff.ri Silvana Quaglini e Riccardo Bellazzi) insieme ai medici dell’Unità Operativa di Cardiologia Molecolare della Fondazione S. Maugeri di Pavia (conla Prof. SilviaPriori e il Dr. Carlo Napolitano).
Il team internazionale varia dalla Spagna, all’Olanda, all’Austria e le varie strutture di ricerca si sono suddivise le aree di applicazione e di studio. Per la compagine italiana il lavoro si concentrerà nell’ambito della fibrillazione atriale, mentre in Spagna saranno affrontate le problematiche inerenti le complicanze della gravidanza.
Si tratta di tematiche di ampio interesse e coinvolgenti vari strati della popolazione. Nel caso dei ricercatori e medici pavesi si tratta di pazienti prevalentemente anziani in cui spesso la difficoltà di avere un’assistenza domestica continua e qualificata determina errori, preoccupazioni, con frequenti ritorni in ospedale, determinando con questo situazioni di ansia e stress sia del paziente che dei familiari e, argomento sempre più in valutazione, notevoli incrementi della spesa sanitaria.
Ecco allora che l’utilizzo di piccoli sensori collocati su cinture, cerotti, magliette possono venire in aiuto, con la progettazione di un sistema di guida per il paziente (Patient Guidance System- PGS) che possa ricevere le informazioni dai sensori, in modo wireless, e le possa trasmettere all’ospedale e anche trasformare in raccomandazioni da riferire al paziente stesso attraverso diverse modalità , ad esempio con lo smartphone ma anche con il telefono domestico, onde non escludere i malati in base alle capacità d’uso della tecnologia che sono molto diverse sia per età che condizione sociale.
La consapevolezza delle modalità di cura, le sue variazioni, il monitoraggio consentono una più ampia partecipazione del malato e di chi gli sta accanto, potenziando notevolmente l’efficacia della prescrizione e della susseguente terapia medica.
Va precisato che il sistema di controllo on-line non esclude affatto la tradizionale visita e non compromette il rapporto medico-paziente, bensi’ rafforza le possibilità di intervento precoce in caso di problemi, con una conseguente netta diminuzione dei ricoveri.
La sperimentazione avverrà fra 2 anni, dopo la progettazione del sistema e della sua implementazione nella realtà organizzativa della Fondazione Maugeri, con un confronto fra 15 pazienti curati in modo tradizionale e 15 che, volontariamente, aderiranno al progetto.
Si attendono soddisfazioni sulla qualità della vita del malato che può rimanere a casa per molto più tempo, una sua più ampia motivazione al recupero e una sensibile riduzione dei costi. Tutti parametri che dovrebbero far decollare queste nuove tecniche di assistenza medica domiciliare.