Un gioco interminabile che si può fare con le parole è quello di insegnarle e richiamarle attraverso le loro relazioni semantiche: a quale gruppo appartiene? che caratteristiche ha? come si chiamano le sue parti? che suono fa?
E, per i bambini plurilingui: come si dice zampa in giapponese? in inglese?
Un grandissimo progetto di rete semantica per l’intellgenza artificale è quello elaborato a Princeton, WordNet. Esistono reti semantiche in moltissime lingue, incluso l’italiano (ItalWordNet), come si legge anche sul sito ufficiale del progetto internazionale Global WordNet.
Un’applicazione di questa rete potrebbe esserci con i motori di ricerca: se, ad esempio, cerco ‘cavallo’ potrei ottenere anche le pagine che contengono le parole affini, ad esempio ‘ippica’ o ‘ippodromo’ e magari anche gli equivalenti in un numero a scelta di lingue.
Un processo di arricchimento simile si ha per i bambini: più sono le parole, più sono i collegamenti tra parole, maggiori sanno i collegamenti tra i concetti e la creatività e autonomia di pensiero e collegamento.
Come fare? ci siamo più abituati di quanto non penseremmo. Ad esempio, facciamo riferimento alla categoria e alle parti se diciamo: “Guarda quanti uccelli in giardino stamani! Guarda laggiù, c’è anche un passerotto insieme ai piccioni! Che zampette piccole! hai visto come sono piccole le sue ali!?”
In questo modo, attraverso la condivisione visiva di un oggetto o di un evento e attraverso l’uso di categorie di relazione definite (categoria, parte, funzione, colore etc.) è più facile per i bambini apprendere nuove parole e di metterle in relazione con quelle note.
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Fonti per questo post:
Clark, E. V., & Wong, A. D-W. (2002). Pragmatic directions about language use: Words and word meanings. Language in Society 31, 181-212