Avevo chiesto le mie costruzioni alla Befana, ci contavo, e volevo entrarne in possesso per giocarci prima possibile.
- Non puoi aspettare la Befana.
- E perché?
- Perché passerà molto tardi, devi dormire.
- Non è vero!
Mia mamma cercava di convincermi, ma sapevo esattamente ciò che volevo.
- E poi è brutta e vecchia, ti farebbe paura.
- Non è vero!
Sarà stata pure brutta e vecchia, ma portava le mie costruzioni e il suo aspetto fisico poco avrebbe significato.
- Ma se vede la luce accesa non si ferma.
- Non è vero!
Volevo le mie cavolo di costruzioni, erano giorni che aspettavo e non ce la facevo più.
Mia mamma sospirò, non avrebbe voluto giocare sporco, ma la mia cocciutaggine non le dava scelta.
- Va bene - disse - però...
Sbarrai gli occhi, incredulo per quella che sembrava una vittoria.
- Però devi sapere che, a Roma, un bambino che voleva aspettare la Befana è stato portato in prigione.
Perfida.
Non ci avrei creduto se solo fosse stato "un bambino che voleva aspettare la Befana è stato portato in prigione", non avrei esitato a spararle in faccia l'ennesimo "Non è vero".
E invece era vero, doveva per forza essere vero, con quella precisazione logistica "a Roma" che conferiva all'episodio tutta l'autenticità necessaria.
"A Roma", "a Roma", per forza che era vero, me lo vedevo il bambino, a Roma. Nonostante non avessi nemmeno una vaga idea di come fosse Roma l'avevo sentito che esisteva, e allora pure l'ostinato bambino appostato in attesa della Befana doveva essere semplicemente reale.
Filai a letto sconfitto, rassegnato ad assemblare i miei mattoncini Plastic City (*) solo il mattino seguente.
Una bugia circostanziata è una verità assolutamente credibile.
Lo sapeva la mia mamma e lo sa bene qualche politico (
Ed è la perla "intolleranete ai latticini" che ti salverà il culo.
(*) Perché questo sarebbe arrivato, mica roba Lego, sgrunt!
p.s. the Befan comes by night with the shoes not all right.