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La Chrysler di Jefferson è l’unica industria rimasta in piedi nell’area di Detroit. Cynthia C.Holland, dirigente del sindacato UAW (Unione Auto Workers) spiega “Viviamo in maniera sostanziale la partnership con la Fiat , come una vera partnership, a differenza di quanto è accaduto con altre esperienze del passato , anche recente”. La UAW ha un rispettabile peso nell’assetto azionario della società. Si avete capito sono soci.
“Qui ha contato e conta ancora il fatto che la gente ha capito che eravamo arrivati all’ultima spiaggia e si è rimboccata le maniche , in senso vero non metaforico. Quando si è detto di riorganizzare la fabbrica per metterla in grado di produrre la Grand Cherokee, la gente si è offerta volontaria per venire a pulire, tinteggiare , riportare questo posto all’onore del mondo. E guardi con quali risultati . Per questo parlo di orgoglio” dice la Holland.
A Jefferson , Sergio Marchionne ha investito 700 milioni di dollari ( quanto per Pomigliano d’Arco) , per ricominciare la salita verso la riconquista del rango che aveva negli anni ruggenti in cui era la rispettabile e temuta seppure più piccola delle big three dell’auto americana. Qui Marchionne si è messo nella stessa frequenza d’onda americana è ha vinto.
Sula faccia della torre che domina nel quartier generale di Album Hills , secondo come grandezza solo al Pentagono, si legge in lettere cubitali “The things we make make us”. Qui la Fiat cerca di diventare un marchio mondiale e riportare in auge la Chrysler. I numeri parlano chiaro : 6 milioni di vetture insieme.
Una Grand Cherokee fa bella mostra all’ingresso del palazzo. Poco lontano la 500 verrà prodotta in Messico: sta effettuando gli ultimi controlli per superare i controlli americani.
Anella storica fabbrica di Detroit , gli operai raccontano che appena un anno fa , quando il fallimento sembrava dovesse cancellare l’azienda dalla storia , i dipendenti erano 47 mila. Oggi sono oltre 50 mila. “Vuol dire che non ci sono state solo uscite ma anche assunzioni e in gran parte lavoratori qualificati con elevato titolo di studio” racconta Massimo Risi, un ingegnere Fiat che arriva da uno stabilimento turco. L’ingegnere è responsabile del World Class Manifuctaring cioè “ la capacità di lavorare al meglio , incrementare la qualità , ridurre a zero gli sprechi”.
Detroit sta rinascendo non si sa se veramente grazie alla Fiat o forse grazie ad una crisi economica che porta la gente ad essere flessibile per il padronemadyur
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