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La conchiglia di clara la motociclettara

Creato il 19 maggio 2011 da Nina
Proseguiamo con la rubrica settimanale sulle vostre conchiglie-storie perché è arrivato il momento di presentarvi la prossima. Oggi, infatti, conoscerete Clara V, che chiameremo La Motociclettara per distinguerla dall'altra Clara, che sennò facciamo confusione e non và bene.
E' doverosa una brevissima introduzione perchè il giorno in cui lei regalò la sua conchiglietta alla Spiaggia di Nina, la data segnava 6 Aprile. Da allora è trascorso più di un mese (nel frattempo ho dato spazio alle storie arrivate prima) e siccome La Motociclettara non è una che temporeggia (come la sottoscritta) ma si dà invece da fare, in questi giorni ha cominciato con le pere di ormoni guadagnandosi anche lei il titolo di Fivettara. Complimenti Clara Motociclettara Fivettara!
Le sue avventure con la fivet potrete leggerle direttamente sul suo blog, io vi lascio in compagnia della sua conchiglia.
Concludo ribadendo che chi ha piacere e voglia di condividere la sua preziosa conchiglia-storia trova nella sidebar la Spiaggia di Nina (che non chiude mai). Basta lasciare un commento comunicando la propria intenzione e io vi aggiungo automaticamente alla lista. I tempi e i modi li scegliete voi, questo singifica che dal momento in cui vi inserite potete prendervi tutto il tempo che vi serve per scriverla e inviarla. Nessuno vi metterà fretta.
Io vi aspetto!
LA CONCHIGLIA DI CLARA LA MOTOCICLETTARA
LA CONCHIGLIA DI CLARA MOTOCICLETTARA
LA CONCHIGLIA DI CLARA LA MOTOCICLETTARA
 Illustrazione di Francesca Ballarini
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Ecco, è arrivato il mio momento. Da dove cominciare? Dall’inizio.
Mia madre fu concepita in viaggio di nozze, mio padre fu concepito in modo che nascesse più o meno per compleanno di mio nonno: tra i due c’è uno scarto di tre giorni. Io sono stata concepita il giorno dell’anniversario di fidanzamento dei miei, dopo un romaticissimo mazzo di rose. Manco a dirlo, era il primo tentativo. Mia madre aveva 25 anni e io ho sempre desiderato essere una mamma giovane come lei. Fin da quando ho avuto il concetto che prima o poi mi sarei riprodotta ho temuto l’infertilità come uno dei mostri peggiori. Ho incontrato il mio futuro marito quando avevo 24 anni e quindi ero già un po’ fuori con il mio precedente target, ma pazienza. Poi aspetto di laurearmi, poi aspetto di trovare lavoro, poi non si può perchè il figlio di mio marito era piccolo e avevamo paura che rimanesse turbato.
Poi ad un certo punto decidiamo che sì, è arrivato il momento giusto, nel febbraio del 2008. Ricordo l’emozione della prima volta senza nessun metodo contraccettivo. Dopo 6 giorni “sentivo” già l’impianto e non avevo mangiato prosciutto e insalata per tutto il PO (che pena che mi faccio da sola). Poi è arrivato il ciclo. Qualche mese perchè magari è passato poco dalla sospensione della pillola, qualche mese perchè può capitare. Poi un mese magari non abbiamo beccato il giorno giusto,
quell’altro perchè avevo litigato forte al lavoro e sicuramente avevo danneggiato l’impianto, poi quell’altro mese che il ciclo era diverso e sicuramente avevo avuto un microaborto... due microaborti... cavoli tutti i mesi sempre allo stesso giorno?
Lui era ottimista e pensava che prima o poi sarebbe successo, io iniziavo ad essere spaventata. Un mese proviamo a fare l’amore tutti i giorni, un altro mese proviamo un giorno sì e uno no, così si ricaricano bene le cartucce. Calma piatta.
 Per non spendere una fortuna nei test di gravidanza uso i test persona e capisco solo molto recentemente che la maledetta linea destra il pomeriggio tende ad essere più forte che alla mattina, perchè è capitato più volte, arrivata al 11 po di vederla, quella caXXo di linea, ma evidentemente non voleva dire proprio niente. Nel frattempo ho imparato a riconoscere i segnali del mio corpo e a prendere la temperatura basale. Il muco non ha più segreti per me ormai.
E farò una piccola digressione: a me che praticamente sono cresciuta con la pillola questi ormoni prodotti dal mio corpo mi fanno impazzire. L’appetito, l’umore, il gonfiore, la stitichezza, l’altalena della mia persona mi frustra e mi prostra e a lungo mi sono sentita non più padrona del mio corpo. Erano gli ormoni che mangiavano tutto quello che trovavo, non io.
E’ colpa degli ormoni se certi pantaloni li posso mettere solo 15 giorni al mese. Nel frattempo, sempre con il futuro marito che dice che prima o poi succederà iniziamo a fare i primi esami e non c’è nulla che non va. Siamo perfetti. Spermiogramma ok (non vi dico la fatica per convincerlo a farlo) tube ok, ovulazione ok, ma di gravidanza non se ne parla; prendo contatti con un ginecologo specializzato in fecondazione assistita ma ci vado praticamente sempre da sola, lui dice che visto una mia clamidia pregressa potrei avere delle aderenze nell’addome anche se le tube sono pervie e il mezzo di contrasto fa questo fiocchetto bellissimo quando esce.
Un anno e mezzo fa ci sposiamo, sono mesi di tensione e decido che per un po’ non ci voglio pensare; torno anche a cavallo, mia grandissima passione, anche se per un motivo o per l’altro cerco sempre di non andare durante il PO.
Mi dò 6 mesi di libertà mentale dal chiodo fisso, visto che stavo perdendo la serenità e la spontaneità nel fare l’amore era ormai un ricordo (anche se io a candela ho sempre rifiutato di mettermi). Allo scoccare del sesto mese il marito finisce in terapia intensiva e riprenderci da questo colpo ci porta via diverso tempo. Sono mesi orribili.
Alla fine penso che il figlio va fatto in due e quindi fino a che il marito non tornerà sull’argomento non faremo altri passi. Finalmente la sua fatidica domanda arriva e il 26 gennaio abbiamo il primo appuntamento. Sono finalmente più tranquilla, perchè sento che stiamo affrontando il problema, sento di passare il testimone a chi se ne intende e finalmente posso rifare l’amore pensando solo a divertirmi (e a fare divertire il marito). Iniziamo a fare tutti gli esami e al primo mese di monitoraggio il gine propone subito la IUI.  Siamo elettrizzati, ma il giorno ideale il marito è fuori per lavoro allora si fa con un giorno di anticipo; anche il ciclo è arrivato in anticipo, così per non lasciarmi neanche sperare.
Il secondo mese ho l’ impressione che le mie ovaie si prendano un po’ di tempo per riflettere, ma il gine decide di fare lo stesso IUI un po’ alla cieca, anche senza gonasi, giusto per non lasciare nulla di intentato. Il terzo mese, cioè questo, la tempistica è perfetta, e vediamo come va. I mesi precedenti non ho neanche mai fatto le beta, questa volta, a meno che non arrivino con anticipo spaziale, penso che le farò a prescindere, giusto per capire se si muove qualcosa o no. Dal prossimo mese si partirà con le stimolazioni e vedremo che succederà, se si faranno altre IUI o se si passerà alla fivet. Istintivamente sono rimasta impietrita all’idea di passare già alla fivet (cacchio, ma allora sono sterile davvero!), ma pensandoci meglio sono passati più di tre anni e mi sono rotta di aspettare, voglio tentare il tutto per tutto. Sto con le dita incrociate.
E ora un po’ dell’aspetto emotivo:
tante persone intorno a me hanno iniziato a volere un figlio dopo di me adesso ce l’hanno in braccio. Una ragazza che conosco ha avuto una vita piuttosto allegra e disinibilta e quando ha deciso di mettere su famiglia TAC TAC ne sono arrivati due, e io ho questa spada di damocle della clamidia, anche se non ho avuto una vita altrettanto promisqua.
Gli esami che vanno bene non sono sempre un motivo di gioia.
Avrei preferito un nemico, definito, superabile, un ostacolo con i suoi confini da combattere, e invece mi sento persa nella nebbia del dubbio, dell’ignoranza.
Voglio lasciarmi alle spalle tutto questo al più presto.
LA CONCHIGLIA DI CLARA LA MOTOCICLETTARA

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