Magazine Per Lei

La conchiglia di contropartita

Creato il 05 ottobre 2012 da Nina
Quella di oggi è una conchiglia dura, spietata. Una conchiglia lucida, tagliente e affilata come una lama.  Una conchiglia diretta, dolorosa, poliedrica e ambigua: come la verità, come la vita. E' per me la dimostrazione che questa spiaggia ha raggiunto il suo scopo: chi approda qui lo fa perché sente di trovarsi in un luogo sicuro, protetto, in cui raccontarsi ed essere accolta, senza venire per questo giudicata. E c'è una cosa che apprezzo più di tutto in questa conchiglia: la sua sincerità.  Trasparente e nuda, fino all'indecenza.  Si, questa conchiglia è indecente. Smuove rabbia, scandalizza, provoca stupore, incomprensione, sbigottimento. Ma anche compassione e rispetto. Ti mette in crisi, ti porta a riflettere, a interrogarti su te stessa e le tue scelte di vita, a uscire dal guscio dei preconcetti, dai confini protetti del pensiero convenzionale. Insomma tutto quello che è poi il fine ultimo della condivisione attiva. Tempo fa scrissi un post, molto discusso, (questo qui), in cui provavo a spiegare che non sempre una donna che desidera procreare è spinta da nobili e sani sentimenti. In molte mi diedero addosso. E' impensabile, inconcepibile, osceno, trasgressivo. Siamo abituati a legare il concetto di 'istinto materno' a parole dall'accezione positiva e zuccherosa. Sono vietate pertanto parole come 'egoismo', 'omologazione', 'noia', 'bisogno di dimostrare qualcosa  a noi stesse e agli altri', 'bisogno di riscatto'.  Invece la realtà è molto più complessa e variegata, i sentimenti a volte si agitano sul fondo di verità rimosse o negate e molto spesso sono proprio questi istinti, quelli considerati più bassi e deplorevoli, a muoverci verso la maternità. Insieme ad altri più luminosi e puliti, certo, ma indistricabili e indistinguibili gli uni dagli altri. Ma in poche lo ammetterebbero con tanta onestà come ha fatto lei. Per questo le sono grata: per avermi spiazzata, scossa, scrollata. Per avermi disorientata. Per aver detto: eccomi, io le ho provate sulla mia pelle certe contraddizioni e non me ne vergogno. Lo ammetto. Non capita spesso di ricevere confessioni così schiette, prive di maschere e ornamenti. Anzi, è cosa assai rara.
LA CONCHIGLIA DI CONTROPARTITA
LA CONCHIGLIA DI CONTROPARTITA
LA CONCHIGLIA DI CONTROPARTITA
Illustrazione di Francesca Ballarini
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Prima di raccontare di me vorrei fare 2 premesse. La prima è che questa è una conchiglia di ringraziamento. A te, persona sensibile e straordinaria, alla speranza che ci fai ritrovare in ogni tua parola del blog e all'opportunità che dai a ciascuna di noi di incontraci, di leggerci, di sperare una nella vita dell'altra. Di non farci sentire sole, di renderci unite in questo cammino. Non ci conosciamo, ho scoperto da poco il tuo blog e ancora me lo voglio gustare a piccoli sorsi, ma subito ho sentito il senso di appartenenza alla tua spiaggia. Sarò un piccola conchiglia grigina e anonima, non mi sento animo nobile, ma stare tra voi mi fa sentire bene. Io credo che la vita di ciascuno è specchio delle proprie scelte. Ma non dei propri desideri. Ma che contro le scelte crudeli del destino c'è una sola arma: cercare di essere felici NONOSTANTE TUTTO Alla faccia sua. La seconda grandissima premessa, che faccio con immensa umiltà, è che io non ho il diritto di essere qui. Su questa spiaggia, con voi, perché il mio dolore non è neppure paragonabile al vostro.  Lo so che non è una gara di sofferenze, ma davvero mi sento indegna perchè io la mia BDC ce l'ho avuta, FORSE IMMERITATAMENTE, ma non riesco a dimenticare, a superare, a staccarmi da quella che ero, che è rimasta là con voi sulla spiaggia, nella mia conchiglietta grigia e a leggervi mi sanguina il cuore. Perchè vi sento sorelle, perchè la vostra sarebbe la mia mia vita se Dio, la mia buona stella o il semplice caso non mi avesse fatto il dono. I doni. Immagino una bimba che cammina sola sulla tua splendida spiaggia, con un bel secchiello, la pelle ambrata, i riccioli al vento, gli occhioni blu, quello sguardo che tutti vorremmo sentire nostro. Immagino raccolga conchiglie. Questa sì, questa no.  Non esiste giustizia, non esiste merito. Esiste il caso, punto e basta. Ed è questa la circostanza più difficile da accettare: il caso che sceglie. Io sono stata raccolta e sono nel secchiello. Non lo meritavo più di altre, forse anzi meno. Voi siete ancora sulla spiaggia. Ancora ma non per sempre. Nina, Michela, Clara, Marica, Emily... non per sempre. E siete vive, siete meravigliose e io sono lì con voi. La mia anima è con voi, sorelle. Perchè la manina pescherà ancora: potresti essere tu, Viola, Esse, Eri... io spero per tutte allo stesso modo, ma qualcuna rimarrà sulla spiaggia. E allora io vi dico: forza, forza, non mollate. Siete anime splendide più delle altre, perchè avete cercato e trovato dentro di voi l'essenza della felicità, il senso di questa vita, senza aver avuto modo di esprimerla all'esterno. Chino il capo con infinito rispetto e ammirazione davanti a QUELLE GRANDI DONNE che hanno rinunciato coscientemente al sogno, mi unisco alla forza di QUELLE IMBATTIBILI GUERRIERE che hanno deciso di andare avanti, ognuna è se stessa, io spero per voi sorelle felicità e pienezza, luce e amore. Vi stimo , sorelle, vi rispetto, vi amo. Ecco la mia conchiglia. LA CONCHIGLIA DELLA CONTROPARTITA

Una storia diversa, forse imputabile, forse indegna. Mi sento strana, diversa dalle altre, soffro della mia felicità e sono infelice se sto bene. Ho fatto scelte controcorrenti, ho sempre lottato contro tutti, detto no se speravo sì, sognato nero e agito bianco. Ma è la mia vita e ve la metto davanti. So che non merito quello che ho, davanti a voi ed è per questo che ve lo pongo davanti ai piedi perchè voi pensiate: se ce l'ha fatta lei, perchè non dovrei farcela io? Ho sempre pensato di essere io la causa dei miei mali. Forse lo sono stata. Ancora non sono riuscita a definire i contorni di quel sottilissimo filo su cui ti fa camminare l'anoressia: la scegli o la subisci? Questo stato ambivalente che ti permette di essere vittima e carnefice, di agire e subire e che per anni ti fa vivere fuori dal mondo. Alla fine lascia solo una vita non vissuta, una mente devastata e un corpo come anestetizzato. E i segni che restano fanno male più dei sensi di colpa, perché il futuro è la tua speranza e senza passato, senza presente, senza futuro... tu sei morta. Morta come le tue ovaie. Questa è la mia prima vita. Quando certo la maternità non mi balenava neppure negli angoli più remoti del cervello, quando era la sopravvivenza il fine e il nemico, quando il tempo era scandito dalle ossessioni e la vita dai ricoveri. Intanto sopravvivo certo. La mania della perfezione esterna e del totale vuoto interno. Mi laureo lavorando, vado a vivere da sola, ho sempre tanta gente intorno, volontariato, interessi culturali, sport, passioni, fidanzati perfetti. Una splendida gabbia d'oro. Fuori perfetta, dentro maledetta, era il mio motto. Non so come ho realizzato chi fossi, cosa volessi, ad un certo punto, allo stremo, non so per quale fortuna, sono riuscita a rialzare la testa. Ma il passato non si cancella. Da subito, appena rivista la luce, la maternità è stata la rivalsa. Ero sola, egoista, volevo che le mie cose mi tornassero, solo ed esclusivamente per dimostrare a me stessa che l'anoressia non mi aveva ucciso. Quindi DA SOLA all'età di 27 anni sono andata nel primo centro di procreazione assistita della mia vita. La sala d'attesa mi sembrava un'altro mondo: coppie che si tenevano la mano, foto di bimbi alle pareti. A me non me ne fregava niente di nessuno: volevo che le mie ovaie funzionassero e volevo poter dire ai miei "visto che sono normale?" Non avevo neanche un fidanzato, ero instabile emotivamente, prendevo psicofarmaci, non sapevo neanche a cosa andavo incontro. Ricordo bene a faccia del Dr. M, mi ha guardato con pietà, forse commiserazione, mi ha rilasciato un elenco di esami da fare, ovviamente con un lui che non avevo. Io mentivo, sul lavoro del mio compagno che lo portava all'estero e intanto proseguivo nel mio percorso, meditavo rapporti occasionali, meditavo invii di sperma via web, avevo tentato di convincere un mio amico, totalmente in balia del delirio. Anni... sono passati anni... mi rivedo sola, disperata, al limite massimo della sofferenza, perchè la strada per guarire davvero era ancora lunga, carica di sofferenze, psicoterapie, ricoveri. Andiamo oltre. La vita cambia ancora, conosco lui, che premetto NON amo. E non amerò mai. Ma è l'uomo della mia vita, lo sento, da subito, dalle primissime frasi che scambiamo lo sento. Uomo forte, determinato, all'antica, semplice, solido, affidabile. Semplicemente e razionalmente QUELLO GIUSTO. I miei problemi alimentari per lui sono solo fissazioni, non ne parliamo mai, lui semplicemente li ignora e forse questo mi aiuta, forse mi fa soffrire ancora di più, ma non mi interessa: LUI è il mio riscatto e vado avanti. Arrivo all'altare ripetendomi la canzone della mia vita "se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita..considerevole..privarsi dell'anima comporterebbe una lauta ricompensa.." La mia lauta ricompensa è un figlio. Lo chiedo proprio al destino, davanti al mare a Lanzarote durante il viaggio di nozze. Non mi interessano le cazzate, l'amore, la coppia quelle palle lì. Mi interessa ancora meno la mia felicità, o la sua, metto tutto sul piatto della bilancia: io per prima rinuncio a tutto, ma il mio desiderio è avere un figlio. Ossessione, egoismo, ma anche amore infinito verso le mie sofferenze, verso una nuova vita a cui avrei potuto dare TUTTO quello che non avevo avuto io. Ricordo me, al ritorno dal viaggio di nozze, all'aeroporto con il cell in mano che prendo appuntamento con il centro PMA. Che avevo problemi lui lo sapeva, ma neanche tanto bene gliene avevo parlato in fondo non sembrava interessato. Lui spermiogramma perfetto, io fisiologicamente normale, solo in amenorrea da 20 anni e ormoni pari a zero. Terapie ormonali, dapprima blande, poi sempre più pesanti..6 in tutto..fino al momento in cui qualcosa SI MUOVE! Ad ogni fallimento mi ci ributto come fosse l'ultima cosa che devo fare su questa terra. Questo mio temperamento non mi ha dato il tempo di fermarmi, di capire, di metabolizzare i fallimenti. Sono fatta così, non dico che mi ha aiutato, ma l'avevo messo in conto capito che sarebbe stata dura.... Non ovulavo e per me era come una sfida, mi dicevo: 'ok andiamo avanti, finchè posso, io devo vincere questa cosa che mi lega al passato. Devo proprio andare avanti altrimenti sono morta'. E questo è quello che tanto mi rende indegna alla spiaggia di Nina. Non avrei saputo trovare valore alla mia vita, senza riscatto. Ci ho pensato tante volte. Non avevo senso, non ne aveva la vita per me. NON MI E' MAI MAI MAI venuto in mente che davvero avrei potuto NON averlo questo figlio. Io sarei andata avanti fino alla fine. Non so quale fine. La priorità non era star bene, era il figlio. E infatti sono stata di merda. Ricordo i 2 anni peggiori della mia vita. Con me stessa, con lui, con il cibo, con i sensi di colpa, con il mio fisico. Lui in tutto questo percorso c'era solo perchè c'ero io, sempre zitto, sempre indifferente. Fornitore di Sperma l'avevo classificato e non capisco come, non capisco perchè, non capisco davvero il senso, ma oggi lo guardo e INCREDIBILMENTE so che mi vuole bene, lo vedo negli occhi, lo capisco dal cuore e io che gli riservo la parte peggiore di me, io che l'ho usato e oggi mi nasce questa tenerezza infinita. Fa quello che gli dico in cambio di una cena surgelata quando torna a casa dai suoi 3 lavori. Non siamo tutti uguali, io so che questa sua passività è il suo modo di lottare, di lasciarmi vivere, di non vedermi star male, è l'unico modo per non farmi impazzire e ho imparato a rispettarlo in questo. Forse mi conosce e mi capisce più di quanto io ammetta. Forse la mia BDC è stata incontrare lui. Ma ragazze l'amore non si compra. L'affetto, il rispetto, la confidenza, ma io ho questo sentimento di rabbia e odio nei confronti di tutto il genere maschile e non potrò MAI amarlo. Vado avanti e inseguo il mio sogno. La trafila la conoscete: stimolazioni, monitoraggi, rapporti mirati. Ecco i rapporti mirati mi facevano proprio ridere: lui nella sua semplicità neanche si accorgeva fossero mirati, lui interpretava le mie carinerie come attenzioni. Sì, non lo cagavo per giorni per poi saltargli addosso una volta al mese. Diceva agli amici che ero un po' lunatica. ORA so che Cicciopasticcio non è figlio dell'amore: è figlio della mia determinazione, della mia volontà, di me stessa e ne sono così orgogliosa così felice. Certo è anche figlio suo. E io so di avergli fatto il dono più bello della terra. Lo adora, si adorano. E' successo. Il destino è stato molto generoso con me in fondo. Test positivo, Beta che crescevano, paura infinita di perderlo, sensi di colpa, periodo pazzesco, il peggiore forse di tutta la mia esistenza. Io che immaginavo una gravidanza fatta di nuvole rosa, io la felicità proprio non so affrontarla ecco e poi la luce, luce infinita quando me lo sono trovato sul petto, legato con il cordone e lì... io ve lo giuro... sono rinata. E NON SO PERCHE' (ed è qui che chino il capo davanti a voi) perchè a me sì e a voi no, ragazze non so perchè, ma ieri sera ero sul letto a fare la lotta con un tesoro di bimbo che non so esprimere quanto ami e mi sento in colpa infinita. Certo la contropartita è stata pesante. Lo è tutte le sante mattina che apro gli occhi e realizzo il mio mondo. Pesantissima. Ma il bilancio è ASSOLUTAMENTE positivo Sono passati 5 anni. Vivo il mio rapporto di coppia come in apnea. Mi manca il respiro, non cerco nessun altro figurarsi e a volte lo odio proprio visceralmente. Sto con lui, non lo amo, non lo desidero, ci sto ogni tanto per placare i rancori. La convivenza è da perfetti estranei, per lui è la normalità e gli va benissimo. Non mi lascerà mai, lo so, a me va pure bene in fondo, ho mio figlio e mi ripeto ogni giorno guardandolo negli occhi che anche se per tutta la vita sarò infelice: ho lui. Mi basta , mi avanza e chiedo perdono e dico grazie a Dio ogni secondo. Sarà figlio del mio egoismo, figlio di me. Sarà frutto di una scelta sbagliata, ma è vivo e io vivo SOLO per dargli tutto quello che posso. E di me chi se ne frega. E sono felice.
E sapete qual'è l'ironia, ora? Che ovviamente sono tornata in amenorrea dopo l'allattamento, che ovviamente il passato fa parte di te perchè è la carne di cui sei fatta, che ovviamente i disturbi alimentari NON sono passati perchè sono come scritti nel tuo DNA e che la mia vita ogni giorno è un casino, ma che 13 giorni fa il test mi ha dato positivo. A lui non ho detto niente. Una gravidanza assolutamente totalmente inaspettata, insperata. Io completamente spiazzata. Non pronta. Certo esaltata... ma ora che succede? Dio che succede ora? ............


AGGIORNAMENTO DEL 28 SETTEMBRE
Sono entrata in maternità  quindi ora ti sto scrivendo con un frugoletto da 2,5 kg nella fascia... sorrido... lo guardo e sorrido. Nina vai avanti nella tua ricerca,  non arrenderti perché è gioia pura, gioia infinita, poi volevo dirti di pubblicare tranquillamente la mia conchiglia..quella è la mia vita..non ho niente da cambiare né da nascondere. La mia vita è cambiata ancora. HO INFINITA PAURA DI NON FARCELA STAVOLTA, ma i miei figli mi danno la forza QUANDO PIANGO LA NOTTE E LA VITA POI TI TRASCINA E FA IL RESTO. Nina forza. Stiamo tutte remando nella stessa direzione e il sorriso del tuo frugolo ti sta aspettando.  Io ce l'ho qui ora tra le braccia. RINGRAZIO DIO.  E prego che non mi faccia pagare la contropartita di tutta questa felicità.
LA CONCHIGLIA DI CONTROPARTITA

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