Della serie, facciamo i forti fuori ma abbiamo devastanti uragani dentro, Oscar Giannino colpito da recente bufera personale si confessa pubblicamente dopo l’annuncio delle dimissioni irrevocabili da candidato premier per il partito Fare per fermare il declino a Le Invasioni Barbariche di fronte a una Daria Bignardi che garbatamente conduce un faccia a faccia indagatore che induce l’ospite ad ammettere i propri gli errori.
Giornate calde a seguito delle rivelazioni pbbliche di un finto master all’Università di Chicago – Booth School of Business svelato dall’economista Luigi Zingales, al quale si sono aggiunte le due finte lauree, millantate da Giannino, il quale non si sarebbe mai laureato nè in economia nè in giurisprudenza. Inevitabile la perdita della credibilità del leader di un partito che ha fatto della trasparenza e della meritocrazia i suoi punti di forza, che però rimane tecnicamente candidato: “Mi dimetto da presidente e da ogni incarico politico, hanno nominato Silvia Enrico al mio posto, però il partito resta, non si può fare diversamente, se dovessimo superare il quorum sarà il partito a decidere”.
Dimissioni irrevocabili. Raro esempio di una falsità pagata sulla propria pelle. Una dura legge della vita, poco applicata nel mondo politico, che oggi mette a nudo il passato di Oscar Giannino, tutto costruito sul riscatto sociale. La scalata al successo di quel giovane dotato di intelligenza (massimo dei voti al liceo classico) e determinazione che lo ha portato ad emergere nella società. Ammette di aver “ricamato” sulle sue credenziali, lui che invece si è formato da “autodidatta“. Da ragazzo aveva iniziato a frequentare giurisprudenza a Torino, poi si era trasferito a Roma dove lavorava e studiava con una borsa di studio, ma senza mai laurearsi, studiava di notte e di giorno lavorava, figlio di un impiegato e di una casalinga, voleva conquistarsi un pezzetto di celebrità, voleva contare nel mondo di coloro che hanno nelle mani le sorti di tanti.
Ha provato a spiegare perchè ha dichiarato il falso: “Per due motivi: all’inizio per una sorta di povertà rivendicata, perchè provenivo da una famiglia con pochi mezzi; e poi per divertimento… sfottevo i professori. E’ un attegiamento un po’ dadaista”. Poi il mea culpa: “Avrei dovuto dirlo prima, ma in fondo mi divertivo molto a tenere lezioni e interventi in convegni dove erano presenti professori e accademici”. Come mai non aveva mai detto la verità? “Non mi ero posto il problema – spiega – non avevo la necessità di farlo perché di questa cosa non ho mai fatto un uso improprio. Ma quando mi hanno candidato, io l’ho detto che potevo mettere a rischio il movimento. E loro non capivano perché”.
L’aspetto funambolico e dadaista da intellettuale di destra deluso dal “contaballe Berlusconi” lo ha portato a fondare un partito tutto improntato sulla trasparenza e meritocrazia, movimento che, a detta di tutti i sondaggi, non solo stava intercettando il voto di protesta di molti elettori stufi di questa politica ma stava erodendo consensi ai danni di un PdL incapace di rappresentare le esigenze dei suoi stessi elettori. La verità saltata fuori a pochi giorni dalle elezioni è due volte amara perchè se la verità detta prima sarebbe stata un peccato veniale ora si è trasformata in un’arma che fa esaltare i rivali politici e dubitare chi voleva mettere una croce sul rappresentante di un partito che voleva spazzar via il marciume altrui. Berlu
sconi ora è felice… “Sì ma solo fino al dopo elezioni perché poi il godimento sarà nostro dopo che avrà perso”.A pochi giorni dalle elezioni nella politica trasformata in gossip quello che resterà di questa vicenda è che il fondatore di Fare Per Fermare il Declino ha mentito su un master. Se il resto va a rotoli, non è un problema. Bugie trasformate in carriera, fantasia, gusto della narrazione o rivalsa e ricamatore della realtà? Oscar Giannino rimane un uomo che si è giocato la credibilità ma che con atto di rigore ha dichiarato la propria fragilità umana e ha rimediato al danno. Oggi, ferito, ha spiegato come ha vissuto questa vicenda nel privato. Alla domanda su chi è stato il più duro nei suoi confronti, ha risposto così: “Nessuno, anzi me stesso. Gli altri no. Mia madre no, mi dispiace per il dolore che le causo, alla sua età (…) mio fratello è colpito, deluso ma solidale”. Di sua moglie, invece, Giannino non vuole parlare, “perchè ho letto cose oggi che non mi sono piaciute. C’è un limite”.
Giannino non nasconde alla fine il suo rammarico perché, ha detto, “la mia credibilità è ferita, bisogna ripristinarla ma ci proverò a superare questo momento. E poi ci sono decenni di lavoro pubblico sotto gli occhi di tutti… e ora tutto viene asfaltato così…”. Ma conclude: “Ora do questo bell’esempio e da semplice aderente farò il possibile per togliere voti al centrodestra. Mi sono tagliato la testa, giocateci pure a bocce, ma dite a tutti che voi di Fare siete più credibili di me”.
Riuscirà a voltar pagina per ripristinare la sua credibilità? Daria Bignardi gli augura, in bocca al lupo!