Il censimento italiano del 2011, al via il 9 ottobre, ci potrà dire il numero di famiglie gay che convivono, un dato che fino ad oggi è stato custodito meglio dei misteri di Fatima.
E’ da anni infatti che su quel numeretto denso di contenuti politici si brancola nel buio. Grillini sostiene che le coppie siano decine di migliaia riportando, a ragione, statistiche di paesi esteri. Buttiglione, che forse deduce i numeri dalla Bibbia, è sicuro che siano poche centinaia. Ma la una rincorsa di stime di opposto colore politico ha valore pari a zero.
Peggio, non disporre di nessun numero “ufficiale” in politica vuol dire non esistere…
Proprio per questo il sito Gay.it e la militanza avevano dato battaglia perché il censimento del 2001 ci dicesse quante sono le coppie gay. Allora, non ci fu nulla da fare, nonostante numerose famiglie arcobaleno osassero l’escamotage di compilare un solo questionario barrando la casellina “persone conviventi non sposate”. L’Istat considerò quei dati “scientificamente” “incongruenti”, e gli affetti arcobaleno si perdettero tra le convivenze forzate di studenti o lavoratori fuori sede. Il Governo Berlusconi II, interpellato sull’infausta sparizione da Grillini, nel 2004, spiegò che a causa della Legge sulla privacy quei dati “sensibili” non potevano essere diffusi perché “idonei a rivelare la vita sessuale”. Peccato che il numero dei matrimonio etero, idonei a rivelare la vita sessuale etero, siano stati serenamente strombazzati.
Su queste premesse poco accomodanti Arcigay si è seduta al tavolo con l’Istat e con il Garante della privacy per sciogliere un nodo stretto da troppi lacci politici.
“All’Istat abbiamo riscontrato un interesse scientifico genuino ed onesto: sono interessati ad offrire una fotografia quanto più nitida possibile del Paese. L’istituto ha chiesto una collaborazione diretta anche perché un regolamento comunitario li obbliga a rilevare le coppie di fatto nel censimento”, spiega Carlo d’Ippoliti, ricercatore all’Università La sapienza di Roma che ha seguito da vicino la spinosa partita.
“Con il Garante della privacy ci siamo mossi in un perimetro stretto” aggiunge Paolo Patanè, presidente di Arcigay – “il parere del Governo Berlusconi II sullo scorso censimento è stato letto in maniera molto restrittiva, e tornare in Parlamento per una nuova interpretazione delle norme era impensabile”. “Il censimento”, spiega a Pride Andrea Mancini, direttore generale del censimento “non è considerato lo strumento più adatto a conteggiare le coppie di fatto tra conviventi dello stesso sesso. Esiste il rischio che per reticenza, paura o altre difficoltà le coppie non dichiarino il proprio orientamento”. Eppure, secondo D’Ippoliti, “In Europa molti paesi censiranno quel dato. Altri, quelli che si sono dotati di unioni civili o matrimonio gay, hanno già dei numeri. Solo i paesi fanalino di coda nei diritti, tipo la Turchia, non chiederanno niente”. Dopo lunghe riunioni si è arrivati ad un compromesso utile a tutte le parti in causa.
“Nel questionario – conferma Mancini – una delle possibili risposte è la seguente: “Convivente in coppia con l’intestatario”. Secondo quanto precisato nella “guida alla compilazione” questa modalità di risposta deve essere barrata sia nel caso di coppia formata da persone di sesso diverso, sia nel caso di coppia formata da persone dello stesso sesso”. “Si sono distinti i concetti: i conviventi sono le coppie per motivi affettivi, i coabitanti sono tutti gli altri. Le coppie gay possono essere desunte dal sesso di coloro che compilano il questionario” aggiunge D’Ippoliti.
Per Patanè di Arcigay “E’ un grande vittoria: la rilevazione di quel numero da dignità a tutti i progetti affettivi comprese le famiglie gay. E’ una dignità statistica che è anche sociale che riconferma la necessità di un riconoscimento giuridico per le nostre famiglie”. E Gay.it, Rete Lenford, Arcigay e l’Associazione Radicale Certi diritti, hanno lanciato la campagna “Fai contare il tuo amore”, invitando le famiglie gay a barrare quella casella senza timori. Ma se quel dato fosse considerato, ancora una volta, incongruo?
Il direttore del censimento frena, ma non troppo: “come tutte le variabili derivate che vengono rilevate al censimento, anche questa sarà sottoposta a controlli di qualità prima di poter stabilire se sia possibile diffondere i dati relativi ai conviventi in coppia dello stesso sesso, distinti per genere. In ogni caso i rapporti di qualità della rilevazione segnaleranno i motivi della eventuale mancata pubblicazione”. Insomma le famiglie di fatto etero e gay saranno contate nel prossimo censimento. Arrivare alla diffusione di quei numeri però, potrebbe essere una strada tutta in salita. Ma il vento, questa volta, è a favore: Istat, insieme al censimento friendly, ha già lanciato una ricerca complessiva sul rapporto tra la popolazione eterosessuale e quella lgbt. A breve, finalmente, avremo i dati arcobaleno.
Per approfondire: http://www.gay.it/faicontareiltuoamore/