La depressione può colpire a qualsiasi età, ma di quella giovane si parla poco. Le ragioni possono essere varie: la perdita di una persona cara, un trasloco, una delusione amorosa, il sentirsi escluso dal gruppo, o ancora, essere sovraccaricati di responsabilità, malattie fisiche ecc. Negli adolescenti si può mostrare in comportamenti di ribellione verso i propri genitori, o in azioni deliberatamente pericolose, atte a manifestare la crisi in corso, la mancanza di dialogo ecc.
Molti, compresi gli esperti, spesso tendono a minimizzare questi cambiamenti d’umore e del comportamento, giudicandoli manifestazioni normali dell’adolescenza: “una fase” da superare per crescere.
Un ragazzo depresso è perennemente in preda alla tristezza, alla svolgliatezza e ogni evento per lui può rivelarsi traumatico. Non si tratta, quindi, di un disturbo della mente, ma di un male di vivere che governa negativamente l’esistenza della persona.
Nei casi più gravi, la depressione può portare al suicidio e purtroppo, negli ultimi 30 anni, la percentuale di suicidi tra i giovani è progressivamente aumentata, senza contare le morti dovute a comportamenti a rischio con valenza suicidaria.
Per approfondire la definizione di depressione vi rimando alla lettura dell’articolo “Depressione e mancanza di relazioni“.
Studi recenti e fatti di cronaca indicano che negli ultimi decenni c’è stata un’impennata dei casi di depressione che iniziano durante l’adolescenza, anche se non ne è chiaro il motivo. Il mondo in cui viviamo diventa sempre più complesso e molti giovani si sentono impreparati ad affrontare una serie di scelte e tensioni. Come mai, però, alcuni adolescenti diventano depressi, mentre altri sembrano gestire la transizione verso la vita adulta “senza” problemi? Non ci sono risposte semplici, poichè che la depressione è dovuta ad una combinazione di fattori e il più delle volte i motivi sono impliciti (quindi non visti ne percepiti dagli adulti).
Innanzitutto è importante fare attenzione ai cambiamenti, apparentemente inspiegabili del comportamento, non solo in famiglia ma anche a scuola e con i pari. Il giovane depresso, infatti, tende ad isolarsi, a chiudersi in sè stesso e nei suoi pensieri. Bisogna pertanto cogliere e non sottovalutare tutti i segnali di decremento legati a: voglia di uscire, di frequentare gli amici, di studiare o di fare attività sportiva, in modo da intevenire tempestivamente. Anche sonno, appetito e curiosità possono subire cambiamenti, lasciando spazio a spossatezza ed apatia.
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