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La fine dei compiti a casa

Da Psychomer
La fine dei compiti a casa I compiti scolastici costituiscono il "secondo lavoro" dei bambini, e per molti, anche l'unica e grande sofferenza della vita. "Ci siamo passati tutti" diciamo noi adulti ai piccoli ma comunque l'entusiamo del giocare ha sempre la meglio, con chiara difficoltà dei bambini nel comprendere le motivazioni di questa nostra ostinata ovvietà sull'importanza dello studiare.
Le ricerche sono contrastanti, alcune dicono che i compiti siano indispensabili, altri sostengono che facciano più bene che male. La verità è che non c'è una verità assoluta! Ma certamente possiamo fare delle considerazioni riguardo, ovvero analizzando i pro e i contro della questione.
PRO

Il momento dei compiti coinvolge i genitori nell'educazione e nell'istruzione dei figli, in quanto ne diventano protagonisti e li obbliga a trovare delle strategie sempre più modellate sulle caratteristiche del bambino, di cui i genitori sono i migliori conoscitori.
Spesso l'ora dei compiti diventa un momento privilegiato in cui ricevere attenzione dai genitori e passare del tempo insieme.
Fare i compiti significa ripetere gli argomenti trattati in classe: ciò porta al rinforzo dell'apprendimento e alla valutazione su quanto si è capito o meno della lezione.
CONTRO
Spesso un carico di lavoro eccessivo aiuta ad aumentare lo stress delle relazioni familiari, tanto da far divenire il momento dei compiti un "evento di famiglia" che porta con sè una buona dose di tensione.
Alcuni genitori di fronte a certi compiti si sentono in difficoltà di fronte ai figli in quanto non sono in grado di svolgerli oppure faticano a trovare un metodo adeguato per spiegare l'argomento.
Il momento dei compiti può essere la causa di continui litigi in famiglia e ciò contribuisce ad aggravare la qualità delle relazioni, che ha già poco tempo e poco spazio nella vita caotica di tutti i giorni.
In conclusione mi preme affermare che le ricerche dimostrano come una grande carico di studio nelle scuole elementari/medie/superiori non è necessariamente collegato a una buona carriera universitaria. In università infatti gli alunni hanno meno ore di lezione e più tempo libero: questo permette loro di organizzarsi e di svolgere in serenità i loro compiti. Lo stress di studio pre univesitario è perciò nettamente superiore. Infatti, alle scuole medie superiori e inferiori si va a scuola per 6 mattine per circa 6 ore al giorno; al ritorno da scuola vi sono poi altre ore per terminare i compiti, togliendo molto spazio al riposo, alla socialità, agli hobby e al divertimento.
A mio avviso si dovrebbe rallentare la corsa al programma e cercare di insegnare e apprendere quanto più possibile a scuola.
Come si dice.... "Meglio poco ma fatto bene".... :-)
Bibliografia
John Buell, Etta Kralovec,
The End of Homework: How Homework Disrupts Families, Overburdens Children, and Limits Learning
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