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La lobby dei magistrati si ritiene insindacabile

Creato il 14 marzo 2013 da Coriintempesta

magistrato

Articolo inviato al blog

di: Luciano Lago

Gli avvenimenti di questi giorni focalizzano l’attenzione dell’opinione pubblica per l’ennesima volta sulle questioni giudiziarie di Silvio Berlusconi , i suoi processi, le nuove accuse e la Procure da Milano a Napoli che giocano al “gatto con il topo” per incastrare definitivamente il cavaliere ed annientarlo politicamente, così come la stessa magistratura riuscì a fare a suo tempo con Craxi e con altri esponenti della prima Repubblica.

Niente di nuovo sotto il sole, si direbbe, se non fosse che la magistratura si sta prestando ad operare come la “leva giudiziaria” che viene utilizzata per finalità politiche che nulla hanno a che vedere con la ricerca della giustizia.

Questo nulla toglie alle responsabilità di Berlusconi, alla sua inadeguatezza al ruolo di personaggio politico ed ai suoi conflitti di interessi ma la vera questione ( una volta tolto di mezzo Berlusconi) sta nella affidabilità di una magistratura che sempre di più si dimostra una lobby corporativa incline a esercitare un ruolo “missionario” sulla scena nazionale ed incapace di fare autocritica sui propri comportamenti.

D’altro canto viene passata in secondo piano l’ennesima condanna dell’Italia da parte della Corte Europea di Giustizia per un caso di procedura fallimentare durata 16 anni in unico grado e viene non evidenziato dai media l’esito dei processi ad Ottaviano Del Turco, l’esponente socialista arrestato ed inquisito cinque anni addietro dai giudici per accuse che si sono rivelate una “bufala”. Uno dei tanti personaggi politici eccellenti distrutti dalle inchieste frettolose e sensazionali dei alcuni magistrati.
[http://notizie.radicali.it/articolo/2013-03-13/editoriale-direttore/giustizia-sempre-pi-emergenza-l-emblematico-caso-del-turco-]

Se in Italia ci fosse stata una legge sulla responsabilità civile dei magistrati per i casi di dolo, di colpa grave e superficialità nelle indagini, Del Turco avrebbe avuto diritto ad un indennizzo ed il magistrato responsabile dell’inchiesta avrebbe dovuto rispondere dei danni e delle sofferenze provocate (carcerazione preventiva).

Niente di tutto questo si continua a parlare soltanto “dell’acqua calda” e si lanciano anche dal colle i soliti moniti sull’”autonomia, autonomia ed autonomia” della magistratura ma si evita accuratamente di parlare di imparzialità e di responsabilità dei magistrati nei loro atti.

Certo rimane l’impressione che, dopo le ultime vicende delle liste di partito fatte da Ingoia ed altri magistrati, sembrerebbe quasi una barzelletta parlare dell’imparzialità dei giudici.

Pochi si ricordano che, anche sulla questione della responsabilità dei giudici, c’era stato un referendum popolare ed i cittadini si erano espressi chiaramente ma la classe politica (sempre ricattabile) si era ben guardata di procedere alle riforme della Giustizia.

Si aspetta di vedere come la pensino i “grillini” sulla questione giustizia, salvo la scontata indisponibilità già manifestata di non concedere l’immunità parlamentare ai politici.

Anche Grillo sappia tuttavia che lui stesso potrebbe essere presto oggetto di “attenzione” da parte delle procure e dei servizi e di questo dovrebbe essere ben consapevole a meno che faccia affidamento su qualche “protezione”.


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