questo post partecipa all’iniziativa Vecchi tempi del blog Il circolo vizioso
A regalarmi quella canzone, insieme a tutte le altre del disco di Ramazzotti, fu mia cugina. registrata su una musicassetta dall’anima nera e dall’adesivo fuscsia, piuttosto anonima e senza una scritta che mi facesse capire quale musica stessi per ascoltare. ma bastarono le cuffie del walkman a isolarmi dal resto del mondo e subito sento la voce di Eros duettare con quella di una fanciulla d’Oltremanica, tutta un sussurro. l’inglese all’epoca era per me un idioma semisconosciuto, figurarsi poi comprendere le parole della bionda Patsy cantate a mezza voce! Ma a dieci anni scarsi ci si può anche innamorare di un’idea, o di un sogno che assomigli al pensiero di un possibile amore. cosicchè la musicassetta e il walkman fecero a lungo coppia fissa: spuntavano tra coperte e cuscino del mio letto, si nascondevano nello zaino o nel portapenne, e alle feste del sabato pomeriggio, la luce buona delle stelle era la hit più gettonata. quella con cui si ballava il lento. o almeno ci si provava. e fu la colonna sonora della nostra magnifica e irripetibile gita di fine anno (ancora oggi penso a quel poveretto del conducente dell’autobus che dovvette sorbirsi per tutta la tratta Napoli – Roma e ritorno sempre la stessa canzone, a ripetizione, con noi che cantavamo a squarciagola!)
ma certi sogni son come le stelleirraggiungibili però
quant’è bello alzare gli occhi
e vedere che son sempre là quando mi capita di riascoltarla per caso, magari grazie a un passaggio radiofonico, mi ritorna alla mente quella ragazzina che ero, alle prese con la musicassetta e il walkman che non aveva il tasto rewind, e a come m’ingegnavo munita di infinita pazienza e con una matita spuntata a riavvolgere il nastro…e figuratevi la tragedia greca che venne a verificarsi quando la preziosa bobina venne “mangiata” a tradimento dal walkman!