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La mia sposa arrivò su una Jetta (*)

Da Hombre @LaLineadHombre
La mia sposa arrivò su una Jetta (*)Non sono superstizioso, no davvero.
Passo sotto alle scale come se piovesse, rompo gli specchi a mazzate, non inchiodo l'auto né mi faccio sorpassare quando mi attraversa un gatto nero, inoltre parto e arrivo di venere e marte come pure do principio all'arte se capita.
E fin qui vaffanculo direte voi.
Però però c'ho un satanello dentro, un cugino di Beetlejuice o, chessò, una spina nell'anima che su un paio di circostanze piglia il nastro della mia mente di libero pensatore del ventunesimo secolo e lo riavvolge con il REW fino ai secoli bui del medioevo.
La prima è il pane, il suo verso a riposo, ma qui me la canto e me la suono perché a casa mia, lo compro, lo maneggio e lo mangio soltanto io e quindi è facile tenerlo sempre appoggiato sulla base.
La seconda è il cappello sul letto. Il cappello sul letto non ce la fo proprio. E qui devo lottare perché da me non se la filano questa cosa e capita che allestiscano una vera e propria modisteria sui nostri giacigli e io son lì che passo e ripulisco e metto in guardia e minaccio e santinquisisco ma nulla, continuano a levarsi la berrettaglia e a scaraventarla sul letto.
Non riesco neppure a mettere un'immagine che rappresenti l'incosciente combinazione, tantomeno a digitare la stringa su san Gugol motore martire e quindi posterò un gatto, ché quello va sempre bene.
(*) La Jetta ('84) sta alla Volkswagen come la Duna sta alla Fiat.

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