Princeton calling
Ganja plus
Ho scoperto le fashion blogger non magre, e sono rimasta ispirata dal loro modo di mostrare come stanno i vestiti a donne vere. Poi ho studiato meglio quelle un po' più magre, e ho capito che dietro ad ogni ragazza in realtà si nascondeva una forma del corpo e spesso anche un gusto per ridistribuire le proporzioni o un gran coraggio nel mostrarsi come sono, con tutti i loro pregi e difetti. Poi quando già ero entrata a capire il loro mondo e farlo un po' anche mio, le ho conosciute. Tante fashion blogger genovesi e non, curvy o magre, vintage o all'ultima moda, ragazze sicure di sè, grintose, impegnate e con tanti interessi, non solo la moda. Sono rimasta affascinata nel conoscere la fashion blogger: oltre il blog, tutte infatti hanno un lavoro, oppure studiano con impegno qualcosa non correlato al mondo della moda, di cui spesso parlano poco sul blog. Come una doppia vita nascosta e un po' più protetta, perché se su internet metti la faccia, qualcosa dovrà pur restare privato e quindi proteggi gelosamente piccoli dettagli, il nome del tuo fidanzato, il lavoro che fai, il paese dove vivi. Grazie al blog, e al gruppo Blogger from Genova, mi sono fatta tante amiche, amiche con cui condivido gli stessi interessi e con cui senza alcuna rivalità ci aiutiamo e sproniamo per far crescere i rispettivi blog.
Tati + Ale + Iaia + Lisa&Betty + Io + Fede + Cecia + Anna
Quasi tutte riunite, grazie ad Anna per la foto
They all hate us
Everything Fabulous
Questa riflessione nasce da un discorso più ampio, e forse questa non è la location giusta per parlarne, perchè qui ce la cantiamo e suoniamo da sole (ma non ce la leggiamo in metrica come soleva dire la mia prof di latino). Sarebbe bello poterne parlare con qualcuno che non si interessa di moda, che considera il parlare di vestiti come frivolo e superficiale. Noi sappiamo bene che non è vero, che sotto i vestiti si nascondono le nostre insicurezze e spesso anche dei profondi tormenti, ma anche se fosse un argomento frivolo, è in ogni caso l'ultimo nella scala degli hobbies. Già perché si può passare una serata a parlare di pesca, di macchine, di videogiochi, e di calcio mercato o di cucina, chi assiste alla conversazione e non è appassionato dell'argomento può lasciarsi sfuggire sbuffi di noia, ma non denigrerà l'argomento perché sa che se non può partecipare alla conversazione è "colpa" sua che non ne sa nulla o che ha scelto di uscire con persone che sa particolarmente appassionate di questo tema. Lo stesso non accade per vestiti e i trucchi, forse perché sono argomenti da donne, ma se io non mi sognerò mai di dire davanti a tutti al mio amico: "Certo che non hai proprio un tubo da fare se non fai altro che leggere chi potrebbe comprare il Milan!" magari pur pensandolo. Mentre quando si vuole confidare all'amica l'ultimo acquisto fatto, la difficoltà di trovare il vestito per un matrimonio o interrogarsi sulla portabilità dell'ultima tendenza, è meglio imboscarsi alla fine del tavolo, farlo in gruppi selezionati su facebook e assicurarci che chi ci ascolta sia parte del team. Chi infatti non è un fan dell'argomento non avrà alcuna remora a criticare: "Smettetela di parlare di stupidaggini!" e stranamente la battuta contiene più acredine se pronunciata da una donna, come se fosse delusa e offesa che le rappresentanti del suo stesso sesso si occupassero di un argomento tanto leggero.
Architectural designs
They all hate us
Cosa c'è di così frivolo nel passare il proprio tempo libero a parlare di vestiti che non c'è nel parlare di Call of Duty o dell'ultimo film di 007? E' perché il primo è un argomento da donne e quindi come tale è frivolo? Come al solito sto combattendo i mulini a vento, ma sin dalle elementari mi chiamavano l'avvocato delle cause perse, quindi ormai mi ci sento a mio agio e mi piacerebbe avere la vostra opinione in merito, da qualche parte bisogna pur partire.