Fiat Panda
Mentre la Nazionale italiana di calcio di Marcello Lippi si appresta ad affrontare la Slovacchia ai Campionati del Mondo in Sudafrica per qualificarsi alle fasi eliminatorie dello stesso, a Pomigliano D’Arco gli operai dello stabilimento della Fiat festeggiano un primo risultato, contro i colleghi polacchi di Tychy. Oggetto della sfida: il loro futuro. La vittoria del referendum potrebbe rappresentare il passepartout per riaprire le porte della produzione della utilitaria dello storico marchio automobilistico torinese in Campania. Raggiunto l’accordo separato firmato da tutte le sigle sindacali dei metalmeccanici, tranne dalla Fiom-Cgil, il referendum ha registrato un’ottima affluenza, pari al 95%, con il 63,4% di voti favorevoli, quasi due terzi dei votanti, mentre i contrari si sono fermati al 36%, il che non è da sottovalutare. Il Lingotto infatti, rappresentato dal super-manager Marchionne, è sì felice per la reazione dei lavoratori di Pomigliano, ma ancora dubbioso sulla decisione da prendere, perché l’eventuale trasferimento di produzione significherebbe rallentare uno degli stabilimenti più produttivi d’Europa, quello di Tychy, in Polonia, che solo nel 2009 ha prodotto oltre 500 mila vetture, più di quelle prodotte da tutti gli stabilimenti italiani messi insieme. Senza contare che gli operai polacchi guadagnano un lordo medio annuo di 11 mila e 580 euro per 48 ore a settimana, contro i 24 mila dei colleghi italiani. Il Ministro Sacconi è fiducioso sulla manovra promessa e il coordinatore regionale vicario del Pdl in Campania Mario Landolfi ha dichiarato che quello di Pomigliano “Non è un risultato plebiscitario, ma è sicuramente indicativo della volontà degli operai di inaugurare una nuova fase nelle relazioni industriali. Ora Marchionne non deluda la fiducia delle maestranze e nello stesso tempo la Fiom prenda democraticamente atto del voto di Pomigliano, rinunciando ad autolesionistici propositi di rivincita in sede giudiziaria”.
Personalmente trovo questo esito di Pomigliano D’Arco una grande dimostrazione della volontà di tornare a lavorare e di abbandonare la cassa integrazione da parte di professionisti e tecnici con dignità e famiglie a carico. La scelta di dare fiducia allo stabilimento campano significherebbe rispondere per le rime a chi come il partito del Carroccio non crede che il Mezzogiorno possa ancora produrre, crescere, guadagnare, ma soprattutto, possa riemergere come importante forza economica della penisola. Mentre i panda, intesi come i curiosi animali, si stanno estinguendo, gli operai di Pomigliano avranno la possibilità di riuscire in una piccola missione: potranno infatti, dall’Italia, cercare di dare il loro supporto affinché si generino almeno, altre nuove “Panda”.