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La padania scompare ora e’ il turno della macroregione.

Creato il 10 gennaio 2013 da Societa' Critica @societacritica

La campagna elettorale coincide con un periodo di slogan e di (vane) promesse. E così in casa leghista si sono inventati niente popò di meno che la macroregione del nord. Se infatti Roberto Maroni dovesse venire eletto alla guida della Lombardia, andrà ad affiancare Roberto Cota in Piemonte ed Luca Zaia in Veneto costituendo un trio di regioni a trazione leghista che darà il via ad una entità territoriale autonoma il cui principale scopo sarebbe quello di mantenere in loco il 75% delle tasse dei macro-cittadini.

Dopo i flop della secessione, della padania, del federalismo, dei ministeri al nord, il partito di Maroni e Tosi, per rinverdire l’epica leghista ha quindi dovuto ripescare una vecchia idea di Gianfranco Miglio, uno dei primi ideologi del movimento padano. Quel Gianfranco Miglio che entrato in rotta con il Carroccio, a metà degli anni ‘90 fu definito elegantemente dal Senatur Umberto Bossi : una “scorreggia nello spazio”.

Ed è così che i barbari sognanti di Maroni non potendo ottenere la padania sempre invocata e mai realizzata si accontentano della macroregione partorita dal peto cosmico. Peccato però che la fantomatica terra leghista fino a qualche anno fa conteneva anche l’Umbria, le Marche, la Toscana e quasi lambiva Roma mentre adesso si è accorciata attestandosi su solo tre regioni. Tutti gli sforzi sono concentrati ad unire Lombardia, Piemonte e Veneto, in un intento confuso che non poterà a nulla. Cosa ne sarà poi dei liguri, dei friulani e dei valdostani, un tempo anche essi cittadini padani a tutti gli effetti non e’ dato sapersi.

La macroregione, e’ la nuova bufala leghista, l’ennesimo obiettivo velleitario portato avanti da una classe dirigente autoreferenziale ed inconcludente, passata alla storia negli ultimi anni principalmente per aver concepito “il porcellum e le ronde, e per aver fatto gestire i fondi del proprio partito al tesoriere Belsito che quando andava bene investiva le ingenti somme in Tanzania ed in diamanti e quando andava male nelle canottiere di Bossi.

Il nuovo slogan territoriale leghista rappresenta il disperato tentativo di Maroni di crearsi una verginità politica. Da una partito che quando era al governo non è riuscito nemmeno ad abolire una provincia non ci si si può aspettare che sappia amministrare la più ricca e produttiva area dell’Italia settentrionale.

I vantaggi della macroregione esclusi quelli di far passare la gestione della Lombardia dalla cricca di Formigoni e CL a quella di Maroni e Salvini sono poco chiari, quello che rimane certo pero’ e’ che il capoluogo della nuova mega regione voluta dagli ex-padani sara’ Arcore. Li’ infatti nella villa del Cavaliere, e’ stato siglato il patto che dovrebbe portare il leader leghista al piano piu’ alto del Pirellone. La Lega, il Pdl di Silvio Berlusconi e la lista 3L di Giulio Tremonti dovrebbero infatti sostenere la corsa di Bobo nella battaglia campale per la conquista del Nord.

Coloro che hanno distrutto l’Italia negli ultimi anni si accingerebbero quindi a governare la piu’ importante regione italiana. Ce la faranno o molto piu’ probabilmente faranno la fine di Gianfranco Miglio e della sua idea?


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