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La “panchina” di salvataggio

Creato il 09 febbraio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Sono le oasi preziose dei giocatori che cercano riposo e riparo dal ritmo forsennato delle 66 compattissime partite della stagione NBA. All’apparenza sembrano null’altro che delle sedie imbottite in cui ci si siede, c’è l’addetto che ti passa l’integratore, la tuta per non prendere freddo ed il compagno che si complimenta per la prestazione in campo. Ma mai come quest’anno le panchine in NBA stanno determinando i destini delle squadre NBA, e fornendo risultati spesso sorprendenti.
Per i vari Garnett, Allen, Pierce, Duncan, Nash, Kidd e tutti gli altri ”over” la panchina è una tappa obbligata per gestire al meglio le proprie energie, e per gli allenatori sostituire la propria line-up con giocatori provenienti dalla panchina è sempre un fattore determinante nella gestione della partita.

C’è da scommettere che Gregg Popovich ed i suoi San Antonio Spurs abbiano strappato quest’anno ben più di qualche sorriso meravigliato da parte degli addetti ai lavori visto l’ottimo record di 15-9. Eppure le critiche sui texani sono sempre cadute copiose, a causa del quintetto che risente del peso degli anni e anche quest’anno dopo l’infortunio del guru Manu Ginobili (frattura della mano sinistra) tutti stavano per preannunciare una stagione mediocre, preambolo della ricostruzione.
Ed invece San Antonio, sin dalle prime uscite stagionali, ha potuto contare sull’apporto di giocatori provenienti dalla panchina che hanno permesso alla truppa di Popovich di mettersi sugli scudi, tenendo il campo con intelligenza e raccogliendo vittorie pesanti. Le statistiche riguardanti il rendimento della panchina neroargento parlano chiaro: in 20 minuti medi d’impiego i “ricambi” hanno prodotto ben 37 punti di media con il 45% al tiro (contro il 46 del lineup titolare).

In questa speciale classifica gli Spurs si posizionano al 5°posto, dietro alle panchina di Nuggets, Sixers, Jazz e quella dei Dallas Mavericks che guida questa speciale classifica con 44.5 punti di media ma con il 43% al tiro (la presenza di Terry e Odom potrebbe incidere?). E non a caso l’anno scorso la squadra di Carlisle ha conquistato l’anello a spese degli stellari Heat arrivati sin troppo scarichi al grande appuntamento.

La “panchina” di salvataggio
E si presti attenzione che le ultime posizioni di questa classifica sono occupate dalle due squadre di Los Angeles, dai Knicks di D’Antoni e dai Magic di Superman Howard. In particolare i Clippers dovranno prestare molta attenzione a questo dato, che va interpretato al meglio per potersi giocare chance importanti nei playoff (ecco il perchè dell’arrivo di Kenyon Martin), ed anche i Lakers che oggi imbastirebbero una trade con Orlando privandosi di molti uomini per arrivare a Superman non devono trascurare l’importanza che la panchina può garantire quando le energie a Kobe e compagni scarseggieranno.

Detto ciò non ci sarà da meravigliarsi quest’anno se gli Spurs saranno artefici di una ottima regular season, terminando le 66 partite magari davanti a qualche squadrone dai nomi altisonanti ma dalla panchina povera.
Le Oasi nel deserto sono impossibili da trovare se non si è dotati di occhio per portare a casa giocatori “onesti” che il loro contributo alla causa lo mettono sempre nel conto, e la dirigenza di San Antonio, da questo punto di vista, negli ultimi anni non ha mai sbagliato un colpo.



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