E quando tutti, ma proprio tutti, ormai hanno una loro vita, perfetta, costruita ad arte. Famiglia, sposati, lavoro sicuro, casa del mulino bianco. Sorriso da famiglia Boccasana. Figli. Stuoli di figli, nugoli di figli, branchi di figli.
E tu?
Quando succede questo dove sei tu?
Manco uno straccio di lavoro hai, tu.
Vivi con i genitori. Ancora. Sei tornato/a da loro perché non riuscivi più a mantenere quella topaia di 20 mq in città che chiamavi “casa” (era piccola, ma almeno era tua. Per 700€ al mese, il costo di una parvenza di “tuità”). Adesso cucinano loro, e tu non puoi più permetterti di sputare nel piatto che ti da da mangiare, perciò arranchi per casa con i pantaloni della tuta di 10 anni (e 10 kg in più) prima, in attesa di tornare a riempire quelle forme e fare finalmente contenta mamma’, che ha sempre lamentato che eri dimagrito troppo, visto che non mangiavi, quando stavi in città.
Il/la fidanzato/a ti ha mollato come merce che scotta. Ma diciamocelo: menomale, prima che anche lui/lei si unisse al coro di quanti “solo perché io un lavoro ce l’ho, altrimenti ti dimostrerei io come è facile trovarne un altro”. Tutti bravi a parlare, tutti pieni di ottimi consigli su quello che dovresti fare, e che evidentemente non fai, visto che sei ancora qui, senza lavoro.
Verrebbe da chiedersi cosa si lamentano a fare, loro, del loro ignobile, sfruttante, sottopagato, schifoso lavoro, se sono così bravi che ne avrebbero trovati altri 10 migliori.
Ah, già. Loro sono CONTENTI del loro lavoro. È proprio quello giusto per loro.
Amici, beh quelli si sono dati alla macchia quando hai smesso di essere divertente, e di pagare il giro di aperitivo del venerdi sera, del sabato, della domenica, dell’infrasettimanale.
Figli? Manco a parlarne.
Primo: manca la materia prima. E poi, ti viene il rigurgito solo a pensarci, altro che pannolini e biberon alle 4 di notte. Ti bastano già quelli degli altri, che sei andata a curare per fare un favore agli amici, visto che “tanto non hai altro da fare e il tempo te lo devi impegnare” e che “e poi così io sto più tranquilla che non lascio il Bambino d’Oro in mano ad estranei”.
Certo.
Se te l’avessero detto da subito, che saresti finita a fare la babysitter sfruttata, sottopagata e pure bistrattata dai cari “amici” te ne saresti ben guardata. O almeno ti saresti preparata, e avresti saputo come ribattere una volta che t’avessero rinfacciato che in fondo non eri qualificata nemmeno per fare quello.
Bello avere degli amici si, di quelli con la A grande quanto il loro cuore. Fonte inesauribile di lezioni di vita, invero. Ma di questo parleremo un altro giorno.
Oggi stiamo parlando delle cose giuste della vita, dei grandi traguardi, dei successi. E, nella fattispecie, della famiglia e dei figli. Dolci teneri mininoi da sfornare come se il domani valesse solo la pena di essere conquistato con un lascito di tal fatta, una progenie angelica con la nostra faccia.
In ogni caso a conti fatti, dicevamo, e contrariamente a quanto accade nel resto del mondo, nella tua “cerchia”, tu ancora preferisci di gran lunga non dormire pensando al lavoro che non hai, alla famiglia che per fortuna non devi mantenere.
Pecora nera.
Tu della vita non hai fatto nulla di buono, e inoltre ti permetti di continuare ad ignorare le parole di tua madre, che con quello sguardo fintamente disinteressato ti lascia quotidianamente cadere li la bomba “Sai, sono andata in cimitero è ho incontrato la… ma si, la mamma della… te la ricordi? (fai finta di no, tanto sai che lei non mollerà così facilmente. Eppure tu, non hai intenzione di rendergliela facile) Ma si da che te la ricordi, Quella che eravate tanto amiche… (si, non ci vediamo da 20 anni, era una zoccola). Ha avuto il terzo figlio sai, la… è così contenta. Nonna 3 volte sai?”
Si mamma. Me lo hai insegnato tu, quando ero piccina e mi hai insegnato a stare al mondo.
La mamma delle zoccole è sempre nonna 3 volte.
Anche 4.
E buon San Valentino eh..