Nel suo editoriale di ieri, Toni Visentini ha sintetizzato la strategia della Svp nei confronti del pericolante governo romano riproponendo l’immagine del limone strizzato. Se parliamo di limoni strizzati converrà però dedicare qualche attenzione non solo alla tecnica di spremitura (a mano o mediante uno spremiagrumi di ultima generazione), ma anche alla qualità del succo da estrarre. L’importante, infatti, è che questo succo non risulti troppo aspro, troppo allappante, come si dice in gergo. Fuor di metafora: che la provincia di Bolzano accresca le proprie competenze non è necessariamente un male; l’importante è farlo aumentando la qualità dei servizi proposti e la soddisfazione generale che ne può derivare.
Per capire meglio cito due esempi. Il primo riguarda i trasporti. Una notizia diffusa in settimana ha creato un legittimo allarme (e persino sdegno, bisogna aggiungere) tra gli utenti dei treni. L’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari del Ministero dei trasporti sembra infatti che abbia deciso di cancellare (ovvero impedire) le fermate su tutto il territorio regionale (Alto Adige e Trentino) dei convogli a lunga percorrenza gestiti dalle ferrovie tedesche e austriache. Se questo progetto si realizzasse, un passeggero che volesse prendere il treno a Innsbruck diretto a Milano o Verona non potrebbe più scendere a Bressanone, Bolzano, Trento o Rovereto, ma dovrebbe per forza terminare l’intera corsa (e viceversa). Si tratta con evidenza di una decisione sconcertante, presa all’unico scopo di scoraggiare l’utilizzo dei treni ”stranieri”, senza badare alla limitazione della libertà personale e delle più generali opportunità di spostamento che ne derivano. In questo caso, se l’intera regione o le due province autonome disponessero di una maggiore competenza nell’ambito specifico, è chiaro che simili problemi magari neppure si porrebbero.
Il secondo esempio riguarda l’esame linguistico che gli stranieri extracomunitari dovrebbero sostenere per ottenere un permesso di soggiorno illimitato. Anche in questo caso la nostra Provincia non è purtroppo dotata delle necessarie competenze e il rischio – come stanno dimostrando le polemiche sull’utilizzo del superamento della prova di lingua tedesca (prova non vincolante a livello statale) introdotta al fine di ottenere l’erogazione in loco di determinati servizi assistenziali – è davvero quello di reagire nel modo peggiore, creando cioè indebite e odiose discriminazioni. Insomma, come dicevo all’inizio, non è tanto una questione di spremere più o meno il limone, quanto piuttosto cercare di ottenere dall’ampliamento della nostra autonomia un succo dal gusto più utile e gradevole per tutti.
Corriere dell’Alto Adige, 10 dicembre 2010