Al-Saadi, bisogna riconoscerlo, è una mezzaséga, calcisticamente parlando. Non è che significhi molto essere capitano dell’Al-Ahly Tripoli, della Nazionale, Presidente della Federcalcio: mica vale, se tuo padre si chiama Muhammar Gaddafi e di mestiere fa il dittatore.
Al-Saadi, con gli alberghi, gli dice sempre malissimo: nell’Hotel Ouzo, a Bengasi, quell’albergo col nome di liquore proibito, è stato costretto a rimanersene asserragliato mentre fuori il popolo gridava il regime non lo vogliamo più. Non vogliono il regime, figurarsi Al-Saadi sindaco di Bengasi.E poi c'è il figlio di Gaddafi, quello che ha provato a fare il calciatore, che un giorno s'è trovato asserragliato in un albergo di Bengasi, la città in cui una volta hanno fatto sfilare un asinello col suo nome scritto sulla groppa; l'hotel si chiamava come un liquore che è proibito bere ed il conto, come sempre, lo paga papà.
La sforbiciata del lunedì di questo lunedì sta sul pezzo.
[e vi spiega qualcosa di più sulla sambuca, onore e vanto della ridente Civitavecchia]