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"La solitudine dei numeri primi" di P. Giordano

Creato il 08 maggio 2011 da Bens
Avvertenze per il lettore sconsiderato: se La solitudine dei numeri schifi è il più bel libro che tu abbia letto negli ultmi tempi, sei gentilmente pregato di a) non proseguire nella lettura di questo post  b) affogarti con lo sciacquone del water.
Finita la lettura di questo "coso" (perché non è un libro, bensì un'enorme sega mentale sull'oscenità dell'esistenza umana, cui manca, però, tutta la tragicità di una reale sofferenza supportata da travagli ancestrali degni di nota), mi son posta delle domande, serie:
1- Cosa spinge un laureato in fisica teorica a scrivere un libro? Io comprendo la piaga sociale del precariato, comprendo gli scompensi emotivi di uno scienziato, comprendo l'oscura solitudine sessuale, determinata da un approccio timido ed insicuro verso il gentil-sesso quando la cosa più arrapante è la meccanica ondulatoria, e comprendo anche una relativa sovrabbondanza di uteri pronti alla fecondazione di fameliche fans con il feticismo dell'intellettuale, ma proprio non capisco come si possa avere il fegato di scrivere una roba del genere e farla addirittura pubblicare.
2- La giuria dello Strega nel 2008, quando assegnò il primo premio a Giordano, era sotto l'effetto di qualche droga da rave party jugoslavo? Vorrebbero farci credere che su non so quanti candidati, questa galattica stronazata EMO era la cosa migliore proposta? Mi sembra ovvio che anche io, un giorno, vincerò il premio Strega con un manoscritto che narra le tristi vicessitudini di un povero tronista e del suo complicato rapporto con le sopracciglie sfoltite.
3- Perché milioni di italiani hanno acquistato questo libro (io l'ho solo preso in prestito), pompando a dismisura l'autostima dello scrittore ed , inevitabilmente, incoraggiandolo a propinarci un'altra sminchionata?
E' un libro brutto, retorico, insignificante, mal scritto, noioso, obbrobrioso. Ditemi cosa c'è di salvabile! Alice, la protagonista femminile, è un'anoressica nevrotica e zoppa, innamorata da sempre di Mattia, matematico geniale, ovviamente sfigato e più vergine della Madonna. 300 pagine di questi due derelitti che festeggiano la sagra del piattume. Sono convinta che Giordano avrebbe fatto un favore, se non al mondo, certamente alla sottoscritta, se avesse scelto la briosa strada del ricercatore universitario. Io non studio Scienze Politiche per diventare un ingegnere stipendiato dalla NASA, bensì per diventare un'ottima bidella. Caro Paolo, i personaggi di un libro, le vite che scegli di racconatre, non sono dei vettori, non seguono le ferree leggi gravitazionali o i sistemi inerziali. A volte le mele non cadono su un prato accettando fedelmente il movimento della Terra, ignorando la propria verticale. Ci sono mele, che prima di cadere, fanno dei giri lunghissimi. Ci sono vettori colorati e di ogni forma che prendono le più disparate direzioni. Il potere che ha un libro è inimmaginabile, le potenzialità rivoluzionarie di un romanzo sono inquantificabili, ma bisogna avere il coraggio di esserne investiti e se continueremo ad imputridire nel qualunquismo e nell'ignoranza sarà colpa solo della nostra paura di scoprirci migliori di come siamo. E sicuramente migliori di Alice e Mattia.

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