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La speculazione dei listini oscuri: le asimmetrie informative

Creato il 05 agosto 2011 da Elvio Ciccardini @articolando
E' una settimana che la Borsa di Milano chiude al ribasso. I giornali parlano di speculazione finanziaria e il rischio che i titoli pubblici siano ridotti allo stato di spazzatura non è poi così recondita, anche se l'affermazione è volutamente esagerata nella portata.
E' complicato cercare di comprendere cosa sta accadendo, forse nemmeno gli operatori di settore sono pienamente consapevoli di ciò che sta accadendo. Navigano a vista.
Però un articolo de "Il sole 24 ore", qualcosa fa capire... che il sistema non va assolutamente e che le borse sono diventate dei casinò in cui si scommette in assenza di regole certe, o almeno di regole trasparenti.
L'articolo apre con questa considerazione: "L'incremento dei volumi degli scambi riguarda le cosiddette «dark pool». Letteralmente le «piscine oscure». Cioè, piattaforme di trading dove non si sa chi compra e chi vende; e, soprattutto, non sono pubblicati (o lo sono in ritardo) i prezzi e i volumi delle transazioni."
In Europa, la quota di mercato di simili listini è ancora bassa e non sufficiente a influenzare direttamente l'andamento dei panieri ufficiali. Ma sono destabilizzanti, perchè amplificano gli effetti delle vendite. La cessione "dark" fa scendere il prezzo del titolo anche sul mercato ufficiale, senza che sono indicati i volumi venduti.
Facciamo un esempio. Vogliamo vendere "in maniera dark" il titolo di "paperopoli" che ufficialmente vale 100. Ne vendiamo una piccola quantità, 5 titoli, in forma "dark", ad un prezzo di 10. Chi è nel mercato normale conosce il nostro prezzo di vendita, ma non la quantità. Vede un prezzo di 10 ed è tentato a vendere i propri titoli di "paperopoli", credendo che siano fortemente al ribasso. Così il prezzo del titolo scende davvero e di parecchio. Gli altri investitori non riescono a comprendere se si tratta di semplice volatilità o di movimenti significativi. Così la mia svendita di una minima quantità rischia di creare un'illusione di deprezzamento degli interi titoli di "paperopoli". E' una esemplificazione, ma non troppo lontana da quanto avviene nella realtà.
In economia, queste situazioni si chiamano "asimmetrie informative". Sono distorsioni dei mercati che avvantaggiano la posizione di alcuni soggetti nel mercato, rispetto ad altri. I primi "sanno cose", cioè "hanno informazioni" che altri non hanno e quindi le sfruttano a proprio vantaggio.
Questi listini "dark" sono pericolosi. Infatti, l'Associazione itnernazionale delle Consob ha avviato un dossier in materia e la Sec ha proposto delle limitazioni su questa operatività. L'articolo de "Il sole 24 ore" chiude con l'auspicio che la crisi finanziaria costringa ad adottare delle giuste contromisure.
Personalmente, ritengo che è inutile chiudere il cancello quando i buoi sono scappati. Sarebbe più semplice intervenire sull'intera regolamentazione dei mercati finanziari e proibire ogni pratica che trasformi una compravendita, od uno scambio, in una "scommessa" o in una "truffa-legalizzata", in cui l'operatore agisce tanto quanto un sobillatore od un imbonitore.
La cosa più sconvolgente è che il risparmio ed i capitali, che sono oggetto di transazione nei mercati azionari, sono si bancari, imprenditoriali e di altri istituti, quali le assicurazioni, ad esempio, cioè capitali di "operatori di settore", ma è altrettanto vero che buona parte di questi "capitali" provengono dai risparmi del cittadino, singolo o famiglia, che nulla sa di questi meccanismi infernali.
Se non è dittatura finanziaria questa... come la si potrebbe chiamare? Considerando che la politica è soggiogata da questo sistema e lo vive con impotenza dalla Casa Bianca, in poi, chi governa realmente gli Stati nazionali? Siamo sicuri che gli stati liberal democratici non abbiano già segnato il passo?

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