Ora Elsa Morante vive qui, ha una stanza nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Qui ha sicuramente modo di continuare a scrivere le tesi di laurea degli altri a pagamento, di conoscere scrittori e artisti attraverso le loro biografie, di scrivere i suoi romanzi interminabili e di rispondere a tutte le lettere. Forse qui le mancheranno i suoi gatti e il camino. Ma di sicuro riceverà molto amore.
Vicino a lei, si alterneranno altri scrittori del Novecento, da D’Annunzio a Pirandello, da Ungaretti a Montale, a ricomporre la storia di un secolo appena terminato e già così lontano (o troppo vicino?).
Gli arredi della stanza sono proprio quelli dello studio di via dell’Oca 27. Sulle pareti, oltre ai libri, i colorati quadri di Bill Morrow.
Alcuni manoscritti sono incorniciati, messi sotto vetro.
L’archivio Morante è considerato uno dei fondi più importanti a livello internazionale.
“L’archivio appare come la testimonianza di quanto la scrittura sia per Elsa Morante una esperienza totalizzante, sovrapponibile alla vita stessa, dove va a confluire interamente e si trasfigura il suo vissuto”, scrive Giuliana Zagra.