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La storia dei boss graviano: a capo di un grande impero anche se in carcere da molti anni . e quando nei processi di mafia si parla di berlusconi loro rifiutano di rispondere

Creato il 08 giugno 2011 da Madyur

Una situazione familiare da destare molto stupore e qualche sospetto. I boss di Brancaccio, i Graviano, hanno ricevuto diverse condanne all’ergastolo : come autori e ideatori dell’attentato a Borsellino , come secutore della strage di via dei Georgofili a Firenze e poi ancora come mandanti dell’uccisione di padre Pino Puglisi.

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Hanno conquistato un importante ruolo politico quando davanti ai giudici hanno rifiutato di rispondere alle domande su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. I due vivono da oltre 16 anni in cella, molti in isolamento sotto il regime 41-bis , continuando però a controllare un grande impero.

Dalle indagini emerge che i boss controllano indirettamente pompe di carburante , società di servizi e imprese edili e intascano affitti di grandi immobili. Affari sviluppati anche a Roma e Milano. Con la copertura di prestanome.

Sono rendite dei ricchi investimenti realizzati prima del 1994 , quando i due fratelli dominavano i proventi criminali più proficui di Palermo. La cattura dei due non ha fermato il business. Negli anni Novanta l’avvocato di quel tempo gestiva i loro affari, poi finito anche lui in manette. Ma neanche questo ha fermato l’arricchimento. Spatuzza e Tranchina, due collaboratori di giustizia, hanno descritto la storia recente del tesoro.

I Graviano sono boss dell’ultima generazione. Anche in carcere indossano abiti griffati e hanno saputo creare un’immagine vincente attraverso le parole farfugliate e gli ammiccamenti durante i processi. I loro ricordi, molto frammentati, ruotano intorno ad imprenditori e politici, a partire da Berlusconi che costruì Forza Italia.

I fatti dimostrano che i boss Graviano possono arrivare a tutto. Basta ricordare che sono stati capaci di far volare la cicogna dalla celal di massima sicurezza in cui nel 97 erano detenuti. Le loro mogli partorirono due bimbi a Nizza , a distanza di un mese l’una dall’altra , nonostante i mariti erano detenuti da oltre due anni.

Le donne con i bimbi hanno vissuto a Nizza ; poi a Roma , dove i piccoli hanno frequentato istituti costosi. Da pochi anni sono tornate a Palermo. Alle mogli viene corrisposto un assegno mensile di 5 mila euro, mentre le spese legali per i processi sono rimborsate a parte della cassa della famiglia. Un tenore di vita sorprendente. Come quello della sorella Nunzia che, dopo aver scontato un reato di mafia, oggi è socio in imprese di catering e bar a Roma.


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