La regular season 2011-2012 ha chiuso i battenti lo scorso sabato, lasciando la scena agli attesissimi Playoffs che eleggeranno la nuova regina dell’NBA.
Tale infausta regular season è avanzata a spasso spedito trascinando di forza le trenta franchigie NBA che hanno vissuto sulle proprie gambe i famigerati back-to back -to back ma sopratutto hanno combattuto chi più chi meno contro gli infortuni.
Infortuni che hanno cambiato in corso d’opera la storia di molte squadre, nel bene e nel male.
Ci si è persi ad esempio la stagione di Chaunsey Billups con i nuovissimi Los Angeles Clippers, per non parlare delle speranze di offseason dei Minnesota Timberwolves naufragate dopo l’infortunio di Ricky Rubio o delle difficoltà di Atlanta che si è vista privata del suo centro titolare Al Horford dopo pochissime partite a causa di uno stiramento dei muscoli pettorali.
E’ però Derrick Rose l’emblema di questa sfortunata stagione NBA: nonostante i cinque infortuni capitati quest’anno (collo, ginocchio, piede, inguine e schiena) si è già costretti a salutarlo dopo gara 1 a causa della rottura del legamento crociato anteriore che farà perdere al ragazzo tutti i playoff e le olimpiadi di Londra.
E il contesto nel quale è arrivato (cioè quando Chicago nel 4th periodo amministrava un ampio vantaggio in doppia cifra contro Philadelphia) induce ad accreditare responsabilità a Thibodeau ed alla gestione del proprio teammate, considerando la fornita cartella clinica che Rose si è portato dietro nel corso della stagione.
Ad Orlando invece si fa i conti con l’assenza di Dwight Howard che causa ernia al disco renderà la difesa dei Magic molto più debole sotto le plance contro Hibbert e West.
Mentre altri due infortuni (di cui il primo di una certa entità) coinvolgono due squadre della Western Conference.
I Clippers hanno perso Caron Butler per una frattura alla mano che impedirà all’ex campione NBA di proseguire i playoff.
Mentre per Thiago Splitter dei San Antonio Spurs si è registrata una slogatura al polso sinistro che ha subito nel corso del primo quarto e che ha amplificato continuando a giocarci sopra, prima di accomodarsi in panchina.
E se purtroppo la colonna dei giocatori in infermeria è piuttosto fornita, vi sono anche piacevoli notizie sul fronte dei rientri, su tutti quello di James Harden che torna sul parquet dopo la spaventosa gomitata subita da Metta World “Peace”.
La variabile infortuni ha senza dubbio mischiato le carte, diminiuito lo spettacolo nelle ultime partite, e magari ridistribuito i rapporti di forza tra le partecipanti ai playoffs.
Mai come quest’anno un pizzico di fortuna nell’avere in salute i propri uomini chiave sarà determinante. Vincerà davvero la squadra più forte?