Magazine Bambini
Il 1° gennaio 2008 la mia mamma si trovava in Slovenia, in una delle tante stazioni di benessere, per cercare di porre rimedio a disturbi dovuti a gravi problemi di circolazione sanguigna e di funzionamento dei reni di cui i medici erano all’oscuro. La sera di quello stesso giorno ebbe un distacco di placenta e, dopo aver lottato una notte in un piccolo ospedale di montagna, siamo state trasferite in elicottero all’ospedale di Udine,il posto più vicino alla frontiera italiana; lì sono rimasta ugualmente nella sua pancia per altri 9 giorni, cercando di potenziare i miei polmoncini, che, data la mia prematurità non erano ancora pronti. I medici erano perplessi date le mie condizioni di forte sofferenza cardiaca quando ero ancora in pancia. Ogni tre ore un’infermiera veniva a controllare se c’ero ancora, poi una notte mia mamma è stata malissimo. Al mattino i medici hanno deciso che non potevano più aspettare, dovevano farmi nascere perché altrimenti io e la mia mamma non saremmo sopravvissute…
Al momento della nascita ho stupito tutti con la mia vitalità ed i miei sforzi per respirare, purtroppo però i miei polmoni non funzionavano ancora.. così sono stata intubata per oltre 3 mesi, durante i quali ho dovuto affrontare numerose infezioni che si accanivano sui miei polmoncini malati, ma io e la mia mamma non abbiamo mai mollato, anche nei momenti in cui sembrava che non ci fossero più speranze..
Lentamente mi sono ristabilita e arrivata al peso di 2,2 kg sono tornata a casa il 24 maggio 2008. Ai primi di luglio ho tolto definitivamente l’assistenza respiratoria dell’ossigeno.
La mia condizione di estrema prematurità comportava che fossi gravemente ipotonica e che portassi un ritardo di svariati mesi nello sviluppo cerebrale. Andavo quindi stimolata sia dal punto di vista fisiatrico che dal punto di vista psico-motorio per permettere ai muscoli ed al cervello di finire di completare il loro sviluppo.
Ad un anno stavo seduta grazie all’ausilio di un cuscino, ero poco reattiva agli stimoli esterni, e avevo poca forza nei muscoli per potermi muovere da sola. Dopo un momento d’incertezza, la mia mamma ha avuto la fortuna di essere indirizzata al centro fisioterapico dell’ospedale di Montichiari, dove grazie a frequenti sedute settimanali ho potuto rinforzare i miei muscoli ed ho imparato le reazioni di caduta e di equilibrio necessarie al camminamento, nonchè a gestire lo spazio.
Oggi,all’età di 2 anni finalmente cammino. Non finirò mai di ringraziare chi ha saputo stimolare le mie potenzialità, dandomi una mano nel cercare di affrontare quel ritardo psico-motorio che mi porto dietro fin dalla mia nascita, visto che i miei organi ed il cervello non avevano ancora finito il loro processo di formazione. Adesso sono alle prese con la psico-motricità, per prevenire problemi cognitivi di apprendimento che potrebbero manifestarsi con l’età scolastica. Credo che per i gravi prematuri come me la prevenzione e la stimolazione siano fondamentali, visto che siamo ancora “casi da manuale” e che prima del 2000 bambini come me non sarebbero sopravvissi alla nascita. Fungiamo da sorta di “avanguardia”, da “cavie” e finiamo sui manuali di medicina internazionale.. la mia mamma ed io non smetteremo mai di credere nella medicina, nelle terapie e nella prevenzione di eventuali danni che potrebbero insorgere.
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