Il giudizio di Marco GoiSummary:
La teoria del tutto è un film che ha tutto per piacere. Innanzitutto racconta di una vita incredibile, quella del geniale fisico, astrofisico e matematico Stephen Hawking. Quindi è anche una gran bella storia d’amore, visto che la pellicola è tratta dal libro biografico Travelling to Infinity: My Life With Stephen, scritto dalla moglie Jane Hawking, che ci presenta quindi Stephen dal suo punto di vista. La pellicola diretta in maniera elegante e raffinata da James Marsh, già alla regia del documentario Project Nim, vanta poi due protagonisti davvero strepitosi: Eddie Redmayne e Felicity Jones nei panni dei coniugi Hawking tirano fuori due interpretazioni che alla prossima notte degli Oscar non potranno passare inosservate. Per non farsi mancare niente, La teoria del tutto ci regala però anche un’emozionante colonna sonora.
Lo score musicale originale di La teoria del tutto è firmato da Jóhann Jóhannsson. Il musicista islandese ha pubblicato vari dischi in proprio, è uno dei membri del gruppo elettronico Apparat Organ Quartet, e in patria ha firmato varie colonne sonore. Le atmosfere rarefatte della sua musica hanno cominciato a fare capolino a Hollywood nel sottovalutato thriller Appuntamento a Wicker Park, quindi Jóhannsson ha firmato la colonna sonora di Personal Effects, pellicola di scarso successo con Michelle Pfeiffer e Ashton Kutcher. Il grande salto tra i compositori che contano l’ha però fatto soltanto di recente, realizzando l’affascinante soundtrack di Prisoners, il thrillerone di Denis Villeneuve con Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman.
Per questo nuovo La teoria del tutto, Jóhann Jóhannsson abbandona le atmosfere thriller del lavoro precedente per offrirci una colonna sonora molto toccante. Tra melodie pianistiche incantate (come in “Domestic Pressures” e “A Game of Croquet”) da far invidia ad Alexandre Desplat e orchestrazioni leggere, l’islandese ha composto una soundtrack davvero ottima, capace di accompagnare la pellicola in maniera efficace ma mai invadente. Se Prisoners inseriva il nome di Jóhannsson sulla mappa hollywoodiana, La teoria del tutto lo consacra allora come uno dei compositori cinematografici più versatili e in forma del momento.
Oltre alle musiche originali dell’islandese, nel corso della pellicola sono suonati inoltre brani di musica classica di Richard Wagner. Nonostante il film sia ambientato soprattutto negli anni ’60, Stephen Hawking quando frequentava l’università di Cambridge non ascoltava Beatles, Rolling Stones o i The Who, ma preferiva concentrarsi sulle note del grande compositore tedesco.
Visto? A La teoria del tutto non manca davvero niente, anche una soundtrack tutta da ascoltare.
di Marco Goi per Oggialcinema.net