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La TV sciacalla e morbosa che (ci) piace

Creato il 19 dicembre 2014 da Andreafilocomo1995

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Non c’è niente da fare, agli italiani piacciono la cronaca nera, i gialli, i delitti efferati, i morti ammazzati. Sì, proprio così.
Siamo un paese di curiosi, insaziabili morbosi. E lo dimostrano i dati.

Siamo quel paese che si stupisce se la domenica in tv si parla di Elena Ceste invece che di musica e balletti però rimane imbambolato come un pesce lesso davanti al televisore per ore ed ore, per conoscere nuovi intrecci, sviluppi e sotterfugi di quelle scomparse, quei casi che diventano sceneggiatura perfetta, giallo da risolvere.

Quasi quasi prendiamo il posto dei detective e vogliamo provare a farlo noi, a dire la nostra, a dare una mano agli inquirenti. Forse perché sappiamo che, a volte, non fanno il loro lavoro come dovrebbero.

Siamo anche quel paese che denuncia Barbara d’Urso perché non è una giornalista ma continuiamo a seguirla giorno dopo giorno in attesa di sapere se Elena Ceste aveva tre o quattro amanti, non curanti che dall’altra parte c’è una famiglia, ci sono dei figli che soffrono.

Perché siamo quel paese che la tv la guarda, eccome. Non a caso, il mercoledì sera Federica Sciarelli e il suo (ottimo) Chi l’ha visto dà filo da torcere alle generaliste (Rai1 e Canale5, ndr) arrivando ad ascolti record e vincendo anche alcune prime serate. Stessa cosa vale per Quarto Grado che il venerdì si ritaglia la sua fetta di pubblico, ovvero dei “quartograders”, che sono più di 2 milioni e mezzo.
Sì, avete capito bene, si chiamano “quartograders” come i “directioners”, i “belieber”, ecc ecc.
Proprio perché Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero diventano idoli, amici… di quel pubblico che non si ferma alla notizia del telegiornale, ma vuole andare oltre. E lo fa ogni settimana, aggiungendo a questa o quella notizia nuovi, agghiaccianti particolari.

La tv è sciacalla? Sì. 

La tv non solo è sciacalla, la tv si fa gli interessi suoi. Se “Pomeriggio5″ fa il 25% di share con Elena Ceste, chissenefrega se si va nella sfera privata, tanto è l’Auditel a comandare e a dettare legge.

La colpa non è solo della tv. E’ anche nostra. Sì, anche nostra. Purtroppo. 
“Noi” (generico) che ci mettiamo sul divano e aspettiamo che sia fatta giustizia per la povera Elena Ceste o ancora per Roberta Ragusa, le piccole Sarah e Yara, eccetera eccetera.
I casi irrisolti, i cosiddetti “cold case”, diventano telefilm da gustare, con la regia perfetta di chi sta dall’altra parte e ci propina povere donne ammazzate dai compagni, mamme che uccidono i figli, ragazzine violentate e uccise, in famiglia e non.

Casi che appassionano, anche se è brutto dirlo. 
Poi ne arriva uno nuovo e quello precedente scompare sia dalla tv che dalle bocche della gente. 

Se fino a qualche settimana fa eravamo tutti incollati là, davanti a quella piccola scatola quadrata, per sapere qualcosa in più su Elena, oggi come per magia, quest’ultima viene messa da parte, dimenticata da un giorno all’altro da programmi e giornalisti per passare ad un bambino (Andrea Loris) trovato morto a soli 8 anni, ucciso forse dalla madre. 

Gli elementi per fare audience ci sono tutti: un bambino di 8 anni, una madre instabile, le sorelle che l’accusano, il marito fedele che non gli volta le spalle… 

Ed ecco che il povero Andrea Loris diventa protagonista, suo malgrado, di un chiacchiericcio becero e di una morbosità delirante che non conosce noia. 

Lo share aumenta, i programmi brindano, le Reti ringraziano. 

E se Alessandra Borgia, Videonews e Pomeriggio5 incappano nella farsa del Cacciatore preso in piazza in diretta, Striscia la notizia li incastra con i fuori onda che dimostrano la macabra e schifosa sceneggiata ai fini dell’ESCLUSIVO e della concorrenza sleale. E tutto per un punticino di share in più. Chiamali fessi.

Vergognosi loro, e vergognoso il Cacciatore che si è prestato al teatrino dell’inutile. 

Loro gongolano, le povere vittime si rivoltano nelle tombe, le famiglie si indignano. 
Ma tanto a tv, giornali, e morbosi non importa. 

A loro importa portare a casa la vittoria, il nuovo indizio per indagare e un nuovo morto per cui spettegolare. 



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