Magazine Società
di David Incamicia |
La storia che segue è una sorprendente storia di speranza. No, non è quella di un uomo candidatosi alle elezioni comunali a Milano, vittima predestinata sull'altare del berlusconismo e improvvisamente riscopertosi "pioniere del cambiamento" in un sogno distante appena due settimane dall'avverarsi. Di questo, se dio vuole, parlerò quando sarà il momento. E' una storia, invece, il cui protagonista si chiama Felix Finkbeiner, un piccolo eroe ambientalista di 13 anni conosciuto come il "bambino degli alberi".
Quando aveva appena nove anni aveva fatto a se stesso e al mondo una promessa solenne: "Pianterò un milione di alberi in Germania!". E in soli quattro anni, a differenza di altri noti "banditori" del nostro tempo, ha mantenuto il suo impegno (ma forse un milione di alberi sono poca cosa rispetto a un milione di posti di lavoro...). Felix viene da una piccola cittadina bavarese ed è diventato nel giro di qualche tempo una vera e propria superstar dell'ecologismo a capo di un network mondiale, composto principalmente da bambini motivati a combattere il cambiamento climatico attraverso la ripiantumazione dell'intero pianeta. "Basta parlare, inizia a piantumare", questo è lo slogan che muove ed anima i piccoli attivisti di Plant for the Planet, operante in 131 Paesi.
Il progetto è partito prendendo spunto dall'esperienza di Wangary Maathai, biologa keniota che oltre trent'anni fa fece partire la sua campagna di piantumazione degli alberi, il Green Belt Movement, come metodo per arrestare l'erosione del suolo e per incoraggiare le comunità locali, a partire dalle donne notoriamente dotate di una più spiccata sensibilità, ad alzare la testa non solo per se stesse a livello sociale ma anche a livello politico. E come premio alla sua perseveranza - e 45 milioni di alberi dopo - nel 2004 Maathai venne insignita del Premio Nobel per la Pace.
Questo felice precedente ha convinto Felix (un nome, un destino) che anche i bambini potessero fare qualcosa di importante pur se con mezzi limitati. Il suo primo albero, un melo, fu piantato nel 2007 sotto la finestra della sua scuola e, albero dopo albero, ha infine scritto un libro dove ha raccontato la sua esperienza. Il primo dipendente Felix lo ha assunto all'età di nove anni e ora della Plant for the Planet Foundation's Children Coordination Council, che si finanzia attraverso donazioni e sponsorizzazioni private, fanno parte 23 bambini. Si tratta di piccoli ambasciatori che per il Climate Justice vanno in giro per il mondo a insegnare come si costruisce e si realizza un sogno. Tutti con una visione ben precisa del presente e del futuro e capaci di raccontarla: "Vogliamo che gli esseri umani della nostra generazione si sentano cittadini del mondo". Niente di troppo complesso in fondo. La lenta distruzione del mondo ormai coinvolge tutti, e solo i più giovani possono ridare ossigeno alla vita del pianeta.
Alla recente campagna a sostegno del progetto hanno contribuito alcuni noti testimonial tra cui Harrison Ford, la modella brasiliana Gisele Bündchen, il principe Alberto di Monaco, il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus e molti altri. Tre sono gli obiettivi principali: eliminare tutto ciò che emette tecnologicamente CO2; bandire le emissioni di carbonio a livello globale con sanzioni pesanti sul piano economico per chiunque superi la soglia della tonnellata e mezzo di CO2; infine, la riforestazione con il rinnovato impegno di piantare 500 miliardi di alberi, per arrivare a un trilione in dieci anni. I primi a dare l'esempio saranno proprio loro: un milione di piante a bambino in ciascuna delle 131 Nazioni dove Plant For The Planet è presente.
I passi avanti dell'associazione si possono seguire anche su Facebook e su YouTube, però è necessario che il mondo degli adulti, al di là dei volti famosi, contribuisca con atti concreti alla battaglia per il verde avviata con successo dai piccoli attivisti. Anche attraverso gesti semplici ma significativi, donando soldi e passando parola. Perchè questo è il tempo di vivere i sogni e del cambiamento. Grazie a favole come quella raccontata ai grandi dal piccolo Felix e dagli altri coraggiosi bambini, stavolta non per farli addormentare ma nella speranza che si sveglino.
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